Disfunzione Erettile
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Disfunzione Erettile

Secondo il DSM-5 -manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali-, la disfunzione erettile si verifica quando la persona presenta in tutti, o quasi tutti, i rapporti sessuali, in ogni circostanza o solo in alcune, uno di questi sintomi:

1. Difficoltà marcata di ottenere un’erezione

2. Difficoltà marcata nel mantenere l’erezione fino al completamento del rapporto sessuale

3. Marcata diminuzione della rigidità del pene in erezione

Tali sintomi devono verificarsi per un minimo di circa sei mesi e causare un disagio significativo all’individuo.

Bene, questa è la definizione tecnica. Chiariamola meglio, perché per i non addetti ai lavori, potrebbe trarre in inganno oppure essere di difficile comprensione.

Innanzitutto, partiamo dal presupposto che la diagnosi spetta ad un professionista competente e che quanto scritto in questo articolo non è che informativo e divulgativo.

Fatta questa premessa, partiamo col precisare che cosa significhi la frase “in tutti o quasi i rapporti sessuali (in ogni circostanza o solo in alcune)”. Questo significa, in primo luogo, che la difficoltà al punto 1, 2 o 3 si deve verificare nel 75-100% dei rapporti. Un’oscillazione nel raggiungimento, mantenimento o nel grado di erezione che capita meno frequentemente è fisiologica e non deve spaventare. Inoltre, in sessuologia, si distingue tra disfunzioni situazionali o generalizzate, dove per situazionali si intende una difficoltà che emerge solo in alcune circostanze, per esempio in presenza del partner, mentre con generalizzata intendiamo quando accade sempre, a prescindere dalla circostanza.

Si differenzia, inoltre, una disfunzione primaria ed una secondaria, dove per primaria intendiamo una difficoltà presente da quando la persona ha iniziato ad essere attiva sessualmente, mentre con secondaria intendiamo che si è originata in seguito ad un periodo di attività sessualmente non disfunzionale.

Da cosa è causata?

Dobbiamo distinguere le cause in due macrocategorie: organiche e psicogene, le quali si presentano singolarmente o intrecciandosi.

Per quanto riguarda le prime, l’erezione è un fenomeno fisiologico complesso, che vede coinvolti il sistema nervoso, il sistema endocrino e il sistema circolatorio; pertanto, una disfunzione in uno di questi può portare al deficit erettivo. Così come le malattie sistemiche (come, ad esempio, il diabete mellito) o l’assunzione di alcune categorie di farmaci. Ma non mi ci soffermo eccessivamente, andrei troppo nel tecnico.

Tra le cause psicologiche, invece, troviamo:

  • depressione, ansia, altre psicopatologie o tratti di personalità ansiosi e/o depressivi
  • stress
  • conflittualità di coppia
  • mancanza di stimolazione adeguata
  • imbarazzo/vergogna
  • alte aspettative verso la propria prestazione

Tali aspetti psicologici non favoriscono il rapporto sessuale, in generale, e possono spiegare il calo erettivo, sia all’interno di una disfunzione vera e propria sia nelle oscillazioni fisiologiche di cui parlavo prima.

E ora che so le possibili cause cosa devo fare se sospetto di soffrirne?

Probabilmente risulterò ripetitiva, ma si sa, repetita iuvant. Il primo passo è quello di consultare un professionista esperto in sessuologia (consulente sessuale e/o sessuologo) che, attraverso un’opportuna anamnesi e il ricorso a consulti specialistici (come quello di un urologo/andrologo), potrà identificare la presenza di una disfunzione e delineare la terapia più idonea. Questa può essere su diversi livelli che, a seconda di quanto rilevato in fase di anamnesi, potranno essere di tipo farmacologico, psicosessuologico, psicoterapeutico e/o chirurgico

· Non allarmarti. Se nell’ultimo periodo hai avuto dei cali di erezione non necessariamente si tratta di disfunzione erettile. Potrebbero essere dei cali dovuti ad alcune situazioni che stai attraversando in questo momento. Ad esempio, se è un periodo in cui sei stanco e stressato per il lavoro o lo studio, l’erezione può risentirne. Oppure, e questo è un esempio che faccio sempre, se ti trovi ad avere rapporti in un luogo in cui potrebbe esserci qualcuno che ti sta sentendo, la tua erezione ne risentirà e questo non significa avere una disfunzione. Inoltre, come abbiamo detto, il numero di volte in cui succede e la durata della difficoltà incidono sulla diagnosi

· Ricordati che l’idea che il pene debba essere di pietra è stata abbandonata da tempo. Perlomeno, dalla comunità scientifica. Purtroppo, sono a conoscenza di quanto sia ancora presente l’idea che il grado di erezione sia sinonimo di potenza e capacità sessuale. Spoiler: non ha senso parlare di questo. In primo luogo, perché non ha senso parlare di potenza e di virilità perché rischia di rinchiudere le persone pene dotate in uno stereotipo altamente tossico. Inoltre, il pene “di pietra”, come lo definisce qualcuno, è un’utopia per la maggior parte delle persone, anche se non sessualmente “disfunzionali”. La maggior parte delle volte è più che sufficiente un’erezione meno rigida per la penetrazione

· Comunica con il partner. Di solito le compromissioni dell’erezione si accompagnano a vissuti di inadeguatezza anche nei partner. Questo perché ci si convince che ci sia un problema relazionale o di attrazione. Spiega al partner ciò che vivi e ascoltate i vostri vissuti

· Chiedi ciò che ti piace. A volte nel sesso ci si dimentica di chiedere ciò che piace, perché si presume che l’altra persona possa capirlo senza nemmeno il bisogno di chiederlo. La chiamo “sfera di cristallo”. Buttala via e parla con l’altro che, guarda un po’, non ti legge nella mente

· Cosa succede durante la masturbazione? Se l’erezione è presente o si mantiene, come mai secondo te? Porta tutto ciò che noti ti sia d’aiuto durante la masturbazione nel rapporto in presenza del partner. Non è detto che sia qualcosa, ma notarlo è un primo passo importante

· Da ultimo, ma non per importanza, vorrei parlare di periodo refrattario. Te ne parlo perché molto spesso mi arriva questa domanda: “Come mai dopo una prima eiaculazione non riesco a recuperare l’erezione? Vorrei proseguire. È disfunzione erettile anche questa?”. No, si chiama periodo refrattario, appunto. Ossia quel periodo di durata variabile dopo un rapporto sessuale durante il quale, fisiologicamente, il nostro corpo non riesce a ricominciare un rapporto sessuale e quindi a recuperare l’erezione. Può durare da qualche minuto a qualche ora, o più, anche a seconda dell’età. Tuttavia, è normalissimo e non deve indurci in errore.

Detto ciò, se hai letto fino a qui spero che questo articolo ti sia stato utile e che ti abbia dato qualche strumento utile per comprendere la disfunzione erettile. E ricordati: chiedere aiuto non è sbagliato!

Dott.ssa Erika Desambrois - psicologa e sessuologa clinica (SEXED.ita)