“Bene, ora passiamo alla figa, direi che un riempimi fino a sfondarmi possa andare bene, no?”
Il mio mugolio non lo ferma di certo, così sento il pennarello che passa anche lì, per poi posarlo e togliere bruscamente tutte le clip, facendomi urlare dal dolore improvviso.
Non ho ancora smesso di urlare che comincia a colpire la mia figa a mano piena, centrando tutto perfettamente e provocandomi un gran dolore ma anche un grandissimo imbarazzo quando a ogni colpo corrisponde rumore di bagnato.
Ormai non potrà andare oltre il mio imbarazzo e la mia vergogna, mi sta umiliando incredibilmente con questa durissima sessione. In più il dolore non smette mai, cavalcare le sue onde sta diventando sempre più difficile, ormai è una sola semplice onda costante di dolore che non scema mai.
Quando smette di colpire la figa straziata, slega il mio corpo pieno di inchiostro e dolori per accompagnarmi a terra.
Mi fa inginocchiare e sposta la gag mouth, liberando per pochi attimi la bocca di questo ammasso dolorante, subito, però, riempita dal suo regale pene.
“Oddio” ansima “Volevo aspettare la fine ma non resisto più. Mi stai eccitando da impazzire Amore. Ti amo da impazzire.”
Queste dolci parole mi tirano fuori da quel turbinio di sensazioni e rispondo dando il meglio di me in questo pompino improvvisato.
Di colpo si sfila e ci resto male perchè mi stava piacendo da impazzire, sembrava una giusta conclusione.
“Forza alzati, non abbiamo finito con la croce.”
Mi riposiziona davanti la croce ma questa volta sento la pelle già martoriata a contatto con il legno duro, amplificando ulteriormente la sensazione di fastidio.
Prima di fissarmi nuovamente, riposiziona la ball-gag per tutelare i suoi timpani.
“Sappi che voglio portarti alle lacrime, non mi fermerò fino a quando non piangerai a dirotto o lascerai cadere la tua safe word.”
Oddio.
Sono pronta.
Forse.
Comincia a colpire il culo a mano piena, colpo su colpo. Ormai il dolore è sordo, in sottofondo. La pausa pompino mi ha aiutata a elaborarlo e attenuarlo, nonostante il contatto con il lego lo riporti in vita a ogni colpo.
Mi sento il culo in fiamme, deve essere completamente rosso ma sembra non abbia alcuna intenzione di fermarsi.
Sento che prende qualcosa in mano dai fruscii e, improvvisamente, una staffilata mi colpisce la parte alta delle cosce. Non riesco a riconoscere lo strumento che sta usando ma sono quasi al punto di non ritorno: sento le lacrime pungermi gli occhi, pronte a strabordare. Sta diventando davvero troppo.
Poi, veloce come lo aveva preso, lo lascia cadere e ricompare l’odore di vernice.
“Per questa parte ho in mente qualcosa di poco originale, ma servirà al suo scopo.” Afferma mentre comincia a scrivere sul mio culo martoriato. “Ho optato per sfondami, riempimi e tappami, quindi direi di cominciare subito. Torno tra un secondo.”
Sento i suoi passi allontanarsi e, poi, improvvisamente, il vuoto totale. Sento l’ansia crescere, per quanto siano parole poco originali, userà sicuramente molta fantasia per metterle in pratica.
Dopo quella che sembra un’eternità, i suoi passi ricompaiono.
“Eccomi, ti sono mancato Amore?”
Non faccio in tempo a rispondere con un classico mugolio che sento qualcosa trafiggermi l’ano. Cerco di urlare ma con i classici scarsi risultati.
“Questo è un plug relativamente grande che ha la particolarità di essere traforato nel mezzo, così, mentre ti apre per bene, ti somministrerò un clistere di un paio di litri che, ovviamente, poi tratterrai.”
Mi sento completamente sconvolta ma resto salda alle mie posizioni, senza muovermi di un millimetro, sempre salda la presa sulla mia ancora di salvezza.
Dopo qualche secondo sento l’acqua cominciare a fluire nel mio corpo, sempre pieno di quel malefico plug delle torture.
Contemporaneamente, per rendere tutto ancora più difficile, riprende a colpirmi con quell’ultimo strumento devastante. Tutto il mix mi manda così in confusione che il mio corpo non sa più a cosa rispondere, a quale dolore dare più peso. Finché, colpo dopo colpo, non sento i crampi cominciare ad aumentare sempre più ma l’acqua fermarsi.
I colpi si interrompono ma sfila la cannula e tappa il plug, togliendo ogni possibilità di sollievo per il mio corpo.
Riprende subito dopo i colpi ma ormai sono al limite massimo di sopportazione e scoppio a piangere. Finalmente è riuscito nel suo intento, e nel nostro, spingendomi oltre i miei limiti, facendomi piangere davanti a qualcuno per la prima volta dopo molto tempo.
I colpi si fermano subito per togliermi la ball-gag, per riprendere subito dopo aver aperto la saracinesca del garage e posizionato un vibratore sul clitoride.
Costretta al silenzio forzato, le lacrime continuano a scendere ma il dolore scema per lasciare posto al piacere che esplode improvvisamente.
Appena riprendo la capacità di movimento, il mio amatissimo Padrone mi slega e mi porta fra le sue braccia in casa. Mi accompagna fino al bagno dove mi fa liberare in pace e, solo in quel momento, mi rendo conto di quanto sia ricoperto di scritte il mio corpo. Ansimo in preda alla vergogna ma, per completare l’opera, arriva lui e, senza domandare nulla, si china a pulirmi. Questa ulteriore umiliazione mi spinge oltre il limite e tornano le lacrime copiose come non mai. Quando è troppo, è troppo. Non avevo mai provato nulla del genere, è stato assolutamente inaspettato e incredibilmente erotico.
Singhiozzo ancora quando mi porta in camera da letto, dove dolcemente mi bacia la mano. Solo in questo momento mi rendo conto che stringo ancora ossessivamente il pugno chiuso, troppo terrorizzata dalla possibilità che si fermasse per lasciarmi un attimo di tregua alla mano.
Lo fisso negli occhi e cerco di dirgli quanto lo ami, quanto profondamente mi è entrato dentro ma le parole sono superflue e, occhi negli occhi, mi addormento.
Quando riprendo conoscenza, lui è addormentato al mio fianco, così decido di riprendere da dove mi aveva interrotta, sentendolo crescere nella mia bocca finchè non apre gli occhi e decidiamo di comune accordo di dare sfogo ai nostri desideri in altro modo, per coronare una giornata così perfetta e piena di amore.