Il segreto di Francesco (Parte 2) - L' accordo
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Il segreto di Francesco (Parte 2) - L' accordo

[Leggi la Parte 1]

La risposta di Francesco lasciò Priscilla senza parole.

La primissima reazione fu quella di tirargli uno schiaffo, piantarlo lì sul divano e andarsi a chiudere in camera da letto.

Si sarebbe aspettata una chat compromettente, magari uno scambio di nudi con qualcuna dell’ufficio, non una rivelazione di quella portata.

In buona sostanza, Francesco, il suo Francesco, provava eccitazione all’idea che un altro uomo potesse possederla davanti a lui.

Che qualcun altro toccasse il suo corpo, la penetrasse, le infilasse il cazzo in bocca.

Tenne le mani a posto e restò ferma, in silenzio, seduta accanto a lui.

Anche Francesco fece altrettanto.

Dopo qualche minuto l’uomo si alzò e andò ad accendersi una sigaretta. Si fermò dall’altra parte della stanza, di fronte alla sua compagna. I due si guardarono restando in silenzio per un’altra manciata di minuti.

«Mi odi?» le chiese alla fine sottovoce, quasi bisbigliando.

Non lo so, quello avrebbe voluto rispondergli.

Non sapeva se il desiderio del suo uomo, quella perversione che dopo settimane aveva trovato il coraggio di confessarle, la facesse sentire a disagio, o se avrebbe dovuto avercela con lui, in una qualche misura.

Stavano insieme da quasi quattro anni ormai, il loro rapporto era sempre stato solido e senza scossoni. Dal punto di vista sessuale, niente di cui lamentarsi, anzi! Andava tutto alla grande, o almeno lei così aveva sempre pensato.

Dalla prima volta in cui lo avevano fatto, chiusi nel bagno di uno stabilimento balneare durante un happy hour: la gente fuori in fila, mentre Francesco la teneva con la testa premuta contro la porta, penetrandola forte, a pecora, con una mano sulla bocca per evitare che urlasse e li facesse scoprire.

Il sesso fra loro era sempre stato divertente, intenso e passionale.

E ora eccoli lì, uno davanti all’altra, con quella questione spinosa da affrontare.

E lui, con ancora l’asciugamano arrotolato intorno alla vita e i pettorali che si dilatavano gonfiandosi a ogni boccata di sigaretta.

Lo odiava? Non lo sapeva in quel momento, ma ciò di cui Priscilla era assolutamente sicura è che lo desiderava da morire, nonostante la bomba che aveva appena sganciato. Come il primo giorno nel cesso del lido.

Forse di più.

Si alzò in piedi.

Per stare comoda in casa si era infilata una vecchia tuta e le sue ciabatte imbottite, confortevoli ma assolutamente antisesso. Si liberò di tutto in pochi istanti, restando con solo l’intimo addosso: un paio di slip di cotone e il reggiseno di tulle, trasparente e impalpabile. Aveva il seno piccolo, una seconda scarsa, ma quell’indumento glielo faceva risaltare e i suoi capezzoli appuntiti sembravano sul punto di perforare quella stoffa così leggera. Si mosse in direzione di Francesco, che continuava a guardarla senza aprire bocca.

«Aiutami a capire…» iniziò lei sensuale «In pratica hai cominciato a fantasticare su me che faccio sesso con altri?»

Gli si parò davanti e lo guardò dritto negli occhi; lui annuì in silenzio.

«E mentre questi altri fanno robe con me, tu guardi?»

Senza aspettare la sua risposta, afferrò un lembo dell’asciugamano e lo tirò giù, lasciando Francesco completamente nudo, con il grosso cazzo turgido, anche se non del tutto eretto, che spuntò fuori sfiorandole una coscia.

Lui la lasciò fare e annuì di nuovo, senza distogliere lo sguardo dagli occhi vogliosi di Priscilla.

Per tutta risposta, la donna si portò una mano sulle mutande e strofinò due dita sul cotone inumidito dai suoi umori, per poi fargliele annusare:

«Ecco, vedi cosa mi combini? Qualsiasi cosa ti esca dalla bocca finisci sempre per farmi eccitare come una cagna…»

Era vero, era completamente fradicia: prima i sospetti su una threesome con le bionde, poi il racconto del collega cuckold, avevano fatto viaggiare molto la sua immaginazione.

Priscilla si sputò sul palmo della mano e, sempre senza perdere il contatto visivo, la spostò verso il basso cercando il glande del suo compagno. Quando lo trovò, Francesco chiuse gli occhi e si lasciò scappare un mugolio.

Iniziò a spalmare la sua saliva lungo tutta l’asta, massaggiandolo piano con movimenti lenti ma decisi.

«Non hai finito di raccontarmi cosa succede nel video di quel cornuto di Paolo»

Sentendo quelle parole, Francesco ebbe un sussulto, e anche il suo uccello, stretto nella mano di Priscilla, fece altrettanto, contraendosi per l’eccitazione. Lei allora strinse più forte e, piegando la testa, fece colare dall’alto altra saliva per lubrificarlo meglio.

«Vuoi che continui?»

«Oh si, ti prego…!» mugolò lei.

«Dopo che la troia della moglie si era scoperta il seno e aveva cominciato a toccarselo, si sente Paolo che dice a qualcuno di entrare…» Francesco riprese il racconto da dove lo aveva interrotto, godendosi nel frattempo la mano di Priscilla che lo masturbava.

«Quindi dopo un paio di secondi entra questo tipo, 25/ 26 anni al massimo, bel fisico, con solo i boxer addosso, e va a sedersi accanto a Tania, le poggia una mano sulla coscia, la stringe forte e poi le infila la lingua in bocca…»

Priscilla immaginava la scena e nel frattempo continuava a massaggiare il membro del suo uomo, constatando con estremo piacere quanto duro diventasse ad ogni suo movimento.

«Continua…»

«Si sente Paolo che gode, che si mette ad incitarli…Dice a lui di infilarle una mano sotto il babydoll e di aprirle un po' la fica e a lei di farsi toccare da quello stallone senza protestare… E quelli eseguivano ubbidienti, facendo tutto quello che Paolo suggeriva loro…»

«E poi?»

Ormai lo stava segando con un ritmo sempre più sostenuto, tanto che Francesco faceva quasi fatica a parlare senza lasciarsi scappare gemiti e mugolii di piacere. Dopo giorni, finalmente provava di nuovo la gioia di vederlo godere.

«E poi Paolo dice a sua moglie di prendere il cazzo del ragazzo in bocca, e di fargli un pompino lì davanti a lui. Credo che nel frattempo lui si stesse masturbando perché il telefono tremolava un po’… e a quel punto il tipo afferra la testa di quella vacca di Tania e se la porta sul cazzo, spingendoglielo con veemenza fra le labbra… Paolo si è addirittura alzato per inquadrarli da vicino: avresti dovuto vedere che roba, con quanta avidità se lo succhiava, guardando dritta nella fotocamera del marito…»

Priscilla allora si inginocchiò davanti a Francesco, decisa a mostrargli quanta fame di lui le fosse venuta.

Afferrò l’asta con entrambe le mani, protraendosi verso il suo sesso con la bocca spalancata:

«E com’era il cazzo del ragazzo?»

«Grosso, sopra i 18 cm di sicuro… Avresti dovuto vedere con quanta facilità Tania se lo faceva sparire tutto in bocca…»

«Mmm grosso come il tuo amore?»

Nel dirlo Priscilla si infilò il pene del suo uomo in bocca con un unico movimento, fluido e sensuale, iniziando ad accarezzarlo con tutta la lingua.

Sentiva Francesco sempre più eccitato: un paio di affondi e lo avrebbe condotto all’orgasmo. Cercò le sue mani e se le portò sulla testa: l’uomo infilò le dita fra i suoi ricci biondi in disordine, accompagnando le boccate della donna con i movimenti del bacino.

«Sei bravissima…»

«Vorresti che lo succhiassi così a qualcun altro?»

«Oh si, ti prego…Si!»

«Vuoi guardarmi mentre uno sconosciuto me lo infila in bocca e mi usa come una prostituta?» lo incalzò Priscilla, con la lingua poggiata sul glande e la mano che ormai si muoveva freneticamente.

«Si, amore, si… Ti prego facciamolo!»

Non vedeva Francesco così eccitato da tanto tempo, forse dopotutto regalargli quell’esperienza avrebbe fatto bene al loro rapporto… Avrebbe potuto addirittura renderli più complici, chissà…

Dopo l’ennesimo affondo di Priscilla, Francesco esplose riversandole tutto il suo piacere in bocca. Le mani strette sulla testa, scuotendo il bacino esattamente come avrebbe fatto se, invece che fra le sue labbra, avesse tenuto l’uccello ben piantato dentro la sua fica.

Aspettò l’ultimo fiotto, poi Priscilla si sfilò Francesco dalla bocca, ancora pulsante.

Si rimise in piedi e, fissandolo dritto negli occhi, ingoiò tutto.

«E va bene, mio caro cornuto… Troveremo qualcuno che mi fotta come una troia… Mi sta già venendo qualche idea…Dammi un po’ di giorni e ti organizzo una cosina che ti manderà al manicomio…»

Si pulì la bocca col dorso della mano e lo lasciò li gocciolante, andandosi ad infilare nella vasca che l’uomo aveva riempito per sé.

Era certa che l’avrebbe seguita per il secondo round… E poi la storia delle idee era vera: gliene stavano venendo molte, una più eccitante dell’altra…

Bisognava solo scegliere la migliore…

[Leggi la Parte 3]