Mio Marito mi fa sottomettere ad un Bull
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Mio Marito mi fa sottomettere ad un Bull

Laura era molto nervosa, aveva accettato solo per la continua insistenza di suo marito, che voleva a tutti i costi farla sottomettere ad un altro uomo, ad un bull.

Aveva appena inviato un selfie a suo marito Simone, seduta al bar dove attendeva il bull con cui era stato organizzato l'incontro.

Lei si era sempre opposta all'idea di concedersi ad uno sconosciuto. La cosa sarebbe stata terribilmente imbarazzante per tanti motivi. Aveva accettato di venire a questo appuntamento, ma era stata chiara con Simone:" Sarà solo un aperitivo di conoscenza, e nient'altro". Aveva sentito diverse storie cuckold e sapeva come vanno a finire certe cose...

Ad ogni modo aveva ceduto a questo incontro, con un uomo conosciuto da suo marito su una chat erotica, o qualcosa di simile.
Una chat per trovare bull, le aveva spiegato Simone, che significa tori. Laura avvertì un leggero brivido al pensiero di quel termine.

"Buonasera Laura"

Si voltò verso la voce che l'aveva salutata, e vide il preside dell'istituto dove lei lavorava come professoressa.

"Buonasera preside, come va?" rispose Laura.

"Oh molto bene. Hai un aspetto splendido questa sera".

"Grazie..si sto per.. sto aspettando mio marito, per andare ad una cena di amici" disse Laura imbarazzata.

Il preside si sedette al tavolo con Laura, e fissandola sorridendo disse: " Non ti riesce molto bene mentire Laura. A me risulta che stai aspettando un bull"

Laura rimase a bocca aperta, non capendo come diavolo il preside fosse a conoscenza del suo apputamento segreto.

"Ma io..no..si sbaglia, io sto aspettando mio marito.."

"Laura, non preoccuparti. Rilassati. Sono io il tuo bull."

"Preside ?! Lei?" Laura non sapeva cosa dire e cosa fare. Era tutto assurdo ed imbarazzante. Un terribile scherzo del destino le aveva riservato al primo appuntamento, con uno sconosciuto, il suo preside. Era inutile tentare di nascondere la situazione.

"Preside io..è la prima volta che faccio una cosa simile, le assicuro che io non ho mai.."

"Laura tranquillizzati. Simone mi ha spiegato tutto. Ho visto la tua foto, sul sito e l' ho contattato perchè potrebbe essere interessante approfondire questo tipo di conoscenza.."

Laura ascoltò, osservando meglio il preside. Quasi non si conoscevano eppure lui l'aveva riconosciuta dalle foto. Ma che tipo di foto?!

Si sentiva completamente esposta a questa situazione.

Era stato l'accordo tra due uomini che si scambiavano un oggetto sessuale: lei.

E il preside dopo averla riconosciuta, si era proposto per incontarla e magari averla.

Laura si alzò pronta ad andarsene, non poteva accettare una situazione tanto scandalosa.

"Mi spiace che tu voglia andartene" disse il preside con calma "anche perché una nostra amicizia, potrebbe sicuramente portare benefici nella tua carriera.." lasciò che queste ultime parole facessero effetto.

E infatti Laura si bloccò a pensare. Nella sua testa prese a ragionare su cio che era giusto e ciò che era sbagliato. Era una madre, una moglie, ma aveva anche voglia di sperimentare e di guadagnare favori per la sua carriera.

Alla fine decise.

" In che modo..potremmo..approfondire questa conoscenza..?

Il preside raggiante le rispose:

"Ho l'auto qui vicino. Andiamo in istituto."

L'istituto era completamente vuoto, ma ovviamente il preside aveva le chiavi, e una volta dentro entrarono nel suo ufficio.

Lui la fece accomodare sulla poltrona di fronte la sua scrivania, mentre lui rimase in piedi.

"Non vorrei che si facesse idee sbagliate preside, io l'ho seguita solo per ascoltare le sue proproste."

"Davvero mi hai seguito solo per questo Laura? Perché non smetti di fare l'ipocrita e non ammetti di essere una donna dalla forte curiosità erotica. Quella stessa curiosita che ti ha spinto ad andare all'appuntamento di oggi, e di seguirmi qui stasera "

Il preside continuò a parlare poggiato sulla scrivania di fronte la sua insegnante, che aveva assunto un espressione di disagio.

"Nonostante la mia posizione di rilievo e prestigio, ho voluto sceglierti e venire all'appuntamento. Mostrare un mio lato privato a te Laura. È un rischio per me mostrarmi come un bull, uno che fa scambismo. Ma l'ho fatto perche ti desidero. Sono stato sincero. E ora vorrei che tu ti mostrassi sincera con me. Vorrei che anche tu ti lasciassi andare."

Ascoltando quelle parole Laura fremette. Avevano colpito la sua anima. Quell'uomo sicuro e affascinante sembrava volerla. Voleva lei. Ma lei era una mamma e una moglie. Non era giusto.

"E poi" continuò il preside "questo potrebbe facilitare molto la tua carriera.."

La stava tentando, la stava deviando, e Laura cominciò a tentennare.

"Cosa..cosa vorebbe..?

"Voglio che mi mostri riconoscenza. E mi mostri quanto puoi essere disponibile nei miei confronti. Voglio che esegui i miei ordini. Ti devi sottomettere al tuo bull.

Pensi di essere all'altezza di questo compito?"

Laura rossa in volto non si aspettava una tale sfacciatagine. Non pensava che il preside fosse quel tipo di persona. Ma decise di stare al gioco, rispose: "Lo sono..".

"Bene" un ghigno soddisfatto si disegnò sul volto del preside, che si mise in piedi, andò dietro la scrivania, aprì un cassetto e tirò fuori una confezione chiusa. Poi si avvicino a Laura e disse con sguardo perentorio: "Spogliati e indossa queste"

Laura prese la confezione e vide che erano autoreggenti. "Ma sta scherzando?" disse offesa.

"Affatto. E voglio che tu esegua le mie indicazioni senza ribattere. Sono le mie condizioni. Ora sono il tuo bull, e devi essere disposta a farti scopare in qualsiasi modo."

Sorpresa e inviperita, Laura cominciò a spogliarsi. Ancora non riusciva a realizzare ciò che stava facendo, aveva la mente vuota. Sentiva solo che stava eseguendo delle azioni, perché il preside gliele ordinava. Ma lui non era solo il preside. Forse era già diventato il suo bull. Eseguiva gli ordini del toro mentre il marito aspettava aggiornamenti a casa, che non arrivavano.

Il preside si godeva lo spettacolo dello spogliarello della sua insegnante. Un corpo pieno un viso grazioso, un seno florido ed un bel culo tondo

Niente male. "Puoi tenere la biancheria" aggiunse il preside.

Indossate le autoreggenti Laura restò in piedi di fronte al preside, senza avere il coraggio di guardarlo in faccia.

"Inginocchiati !"

Quella parola risuonò nello studio come un insulto, Laura scottata da quella parola restò immobile.

"Ho detto, inginocchiati Laura"

La donna lentamente pose le ginocchia sul pavimento.

L'uomo fece un passo avanti, posizionandosi di fronte la ragazza e guardandola dall'alto le ordinò: "Mostrami obbedienza!"

Cuckold e schiava

Laura capì. Le mani morbide slacciarono la cintura, poi i pantaloni. Sentiva le sue ginocchia, coperte dalle sole calze, premere sul freddo pavimento. I pantaloni scesero a terra, lasciando spazio ai boxer… "Baciali!".

Laura alzò lo sguardo verso il direttore interdetta. "Baciami i boxer. E rispondi con la giusta reverenza."

La sua voce era decisa.

"Sì.. preside" bisbigliò imbarazzata Laura.

Poggiò la bocca sulla stoffa tesa dei boxer. Sentiva il suo membro spingere.

"Ora continua!" Le mani abbassarono i boxer, con cura e precisione e in quello stesso istante, Laura si trovò di fronte un cazzo duro e ben largo.

Ma perché stava eseguendo quegli ordini come una schiava?

Le mani presero ad accarezzare morbidamente i testicoli pieni, mentre la lingua prese a percorrere in modo certosino il cazzo del preside dalla base dell’asta alla punta del glande ormai gonfio. Una…due…tre…infinite volte… lentamente. L' uomo la osservava, lei spompinava. A partire da quel cazzo eretto che si ergeva sul suo viso. Laura pazientemente riprese a leccarlo, scese a leccare le palle, mentre ora le mani accarezzavano piano tutta la superficie del cazzo. Un lentissimo movimento. "Succhia, ora!" – le disse.

"Si…" deglutì. Le labbra abbandonarono per un attimo lo scroto, salirono rapidamente fino alla cappella e la iniziarono ad avvolgere. Laura si sorprese quando senti entrare il cazzo del preside dentro la sua gola.

Lui le accarezzava i capelli, tirandoli leggermente, per farle sentire il suo controllo. "Succhia ancora". "Voglio rilassarmi fino alla fine". "Accelera ora". Laura esasperata ma obbediente, si tuffò sul suo cazzo e riprese a succhiare con maggiore convinzione, nel cervello un solo desiderio portare il preside al piacere il prima possibile. Si sentiva in estremo disagio, anche perchè i tendini delle caviglie iniziavano a farle male per l’innaturale tensione. L’ uomo si manteneva calmo, paziente, la guidava, la lasciava succhiare e quando voleva muoveva il cazzo nella sua bocca come a scoparla. Poi rallentava, ricominciava ad accarezzarla, aumentando il fastidio di Laura, specie quando le sfiorava la nuca o le tirava i capelli improvvisamente per indurla a ingoiare più cazzo e più in profondità.

Un pompino lungo… interminabile quanto umiliante.

Poi l'uomo l'avvertì: " Ci siamo… apri bene la bocca…" Il preside estrasse il suo cazzo dalla bocca e lo sistemò sopra il suo viso.

Lei, con lo sguardo timoroso, aprì la bocca. Sapeva bene cosa stava per succedere. Era osceno, ma Laura si rese anche conto che era eccitata.

Il preside la fissava in preda al godimento quando puntò il cazzo contro la bocca aperta della povera mogliettina, che ricevette un getto abbondante di sperma nella bocca. Lo sperma del suo bull.

Àlcuni fiotti, le finirono sul naso e la fronte.

"Ingoia tutto". E Laura presa da quella morsa decisa, fu costretta ad ingoiare quel disgustoso liquido.

Quando il preside ebbe finito – e ci volle un po’, evidentemente erano diversi giorni che non godeva – la osservò con spirito analitico e apprezzò il suo impegno. Così, finalmente, si lasciò andare a un sorriso, le appoggiò un dito sulla guancia, raccolse un po’ del suo seme e lo mise davanti alle labbra di Laura. "Hai la faccia piena di sperma. Devi pulirti un po'…".

Laura era sorpresa, stravolta, eccitata, ma anche un po umiliata per il modo in cui era stata usata, e si era fatta sottomettere come un oggetto sessuale.

"Dopo che avrai pulito anche me potrai andartene". Il preside le indicò il cazzo.

La bocca di Laura avvolse un’ultima volta la cappella ancora gonfia e la succhiò arrendevolmente. Poi si staccò e guardò in alto, in ginocchio, e vide il direttore che le scattò senza preavviso delle foto.

" Presidee noo!" disse spaventata Laura.

" Stai tranquilla, le terrò per me. Non le vedrà mai nessuno. Comunque sei stata brava… sono sicuro che da oggi mi farai divertire molto."

Erano quasi le 24 quando il telefono di Simone vibrò. Un messaggio WhatsApp. Simone si alzò dal divano, sul quale si era addormentato, aspettando inutilmente notizie dell'incontro.

Aprì e vide che il preside gli aveva mandato una foto: Laura in ginocchio per terra vestita di autoreggenti e intimo. Alla fine sua moglie si era fatta sottomettere.

Testo:

"La tua signora è stata brava, ha bevuto tutto. A presto.

Il vostro bull.."

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