Un nuovo allenamento
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Un nuovo allenamento

A Rebecca non piacevano le palestre: c’era casino, musica di merda, fanatici e fanatiche che si facevano selfie piuttosto che allenarsi.

E poi non era fan della gente sudata negli spogliatoi.

No, molto meglio la sua personal trainer.

Claudia.

Gliel’avevano presentata le sue colleghe.

Rivolgiti a lei, vedrai, ti rimetterà in forma in un mese!

E avevano ragione.

Quella ragazza era un portento: seria, instancabile, così convincente da riuscire a motivare anche una pigrona come lei.

Rebecca la frequentava da 4 mesi ormai, ed era sempre più convinta della scelta fatta.

Riusciva di nuovo a indossare i suoi jeans preferiti, e non le stavano così bene un paio di pantaloni da una vita.

Anche il suo umore era decisamente migliorato, e se n’era accorto anche Christian, il suo compagno.

Si sentiva più sicura di sé e il sesso aveva preso tutta un’altra piega.

Era passata dal “solo con la luce spenta, stesi, a letto” al farlo praticamente ovunque, senza far più caso alla luce o alla posizione, anzi…

Aveva scoperto quanto fosse eccitante guardare, e guardarsi.

E lei e Christian avevano ricominciato a scopare con la frequenza dei primi mesi in cui stavano assieme, forse anche di più.

Di sicuro meglio.

Quella sera, quando lui tornò a casa dopo l’ufficio, fu contento di trovarla già pronta per l’allenamento.

«Questo completino ti sta da Dio… Mi fai venire quasi voglia di togliertelo e allenarti io.»

Le appoggiò le mani sul culo e strinse forte, spingendola contro il suo bacino e infilandole una lingua veloce e nervosa in bocca.

Lei ricambiò il bacio per un po’, poi si liberò dalla sua presa e si mise a ridere.

«Non essere stupido, non potrai mai allenarmi come fa Claudia!»

«Claudia, Claudia… Dovrei forse essere geloso?»

«Magari si!»

Risero entrambi.

Non ci aveva mai pensato, ma effettivamente… 

Rebecca non si sentiva attratta dalle donne, di solito, ma con Claudia era un’altra storia: era scattata da subito un’intesa particolare, la faceva sentire bene, in un’accezione assoluta del termine.

E poi era innegabilmente una gran bella ragazza: capelli neri lunghissimi e degli occhioni nocciola con le ciglia lunghe che le conferivano un’aria da bambina innocente.

Per non parlare del suo fisico ovviamente perfetto e super allenato, coscia sode, culo alto…

La osservava con attenzione quando le spiegava come svolgere gli esercizi: Rebecca si era ritrovata più volte a pensare a quanto dovesse essere bella senza la tuta, completamente nuda.

Smise di fantasticare sulla sua personal trainer, diede un altro bacio a Christian e andò a prendere il suo borsone.

Stava quasi per uscire di casa, quando il suo telefono si mise a suonare.

«Ciao Claudia! Sto arrivando, sarò mica in ritardo?»

«Cara, veramente… Perdonami, ti chiamavo proprio per questo motivo.»

Aveva qualcosa di strano nella voce, sembrava triste.

«Perdonami davvero, ma mi è successa una cosa spiacevole oggi pomeriggio, non riesco ad arrivare in tempo al box per te, stasera.»

«Ah capisco, spero nulla di grave… Ma dove sei ora?»

Venne fuori che era all’incrocio sotto casa loro, e Rebecca decise di invitarla a salire per un bicchiere di vino.

«Dai, non ci sono pomeriggi spiacevoli che un Chianti non possa far dimenticare. Non dirmi di no, ci fa piacere!»

Non disse di no.

«Amore, cos’è che ci fa piacere

Chiese a Christian di aprire una bella bottiglia della sua collezione.

«Stasera finalmente ti farò conoscere Claudia, tesoro…»

Ci mise pochissimo ad arrivare, era davvero a una manciata di metri da casa loro.

Quando aprì la porta e se la ritrovò davanti, Rebecca ebbe la conferma ai suoi sospetti.

A telefono Claudia le era sembrata giù di morale, e in effetti aveva un’aria sbattuta e stanca, persino gli occhi un po’ gonfi, come se avesse pianto.

Nonostante tutto però, era molto bella anche quella sera, e lo aveva di certo notato anche Christian.

Fu gentilissimo, entrambi lo furono: la fecero accomodare, le offrirono del vino e dopo una mezz’oretta, Claudia sul loro divano aveva ritrovato un’espressione distesa.

Alla fine, aveva raccontato cosa aveva reso il suo pomeriggio poco piacevole: un litigio col ragazzo con cui usciva da qualche settimana.

«Anche se ci frequentavamo da poco, ci sono rimasta molto male. Mi piace, molto!»

«Dai, magari è una cosa passeggera, fra qualche giorno risentilo e chiarite.»

Claudia guardò Christian coi suoi occhioni dolci e tirò in su’ col naso: sembrava così indifesa…

«Voi due sì che sembrate una bella coppia: affiatata, con una bella intesa… Io sono sfigatissima, non troverò mai un uomo così! Sei fortunata Rebecca!»

Sapeva di esserlo, e il suo compagno era anche un bellissimo uomo.

Sorrise a Claudia e poi rimase ad osservarla, mentre conversava con Christian sul come e perché uomini e donne sono diversi, quello giusto arriva quando meno te lo aspetti e altre minchiate di questo tipo.

I discorsi che si fanno quando si deve tirare su di morale l’amica sfigata con gli uomini.

Solo che lei non se lo sarebbe mai aspettato che una come Claudia potesse soffrire per amore…

Più parlavano, più la ragazza sembrava a suo agio…

E nel frattempo il vino finì.

Christian andò a prendere un’altra bottiglia, poi riprese il suo posto accanto a Rebecca e le diede un bacio.

Un gesto spontaneo, naturale, che non passò inosservato.

«Lo avevo detto io che siete una coppia magnifica…»

Rebecca le sorrise e lo baciò di nuovo.

«Lo dico sempre anche io. E devi sapere che forse un po' è anche merito tuo: da quando il mio amore si allena con te è sempre di ottimo umore!»

Si baciarono di nuovo, e stavolta Rebecca fece durare il bacio un po’ più a lungo, e poggiò una mano sulla coscia di Christian.

«Confermo: Rebecca ha fatto così tanti progressi da quando ci conosciamo. Ed è in splendida forma, sono orgogliosa di lei!»

«Siamo tutti orgogliosi di lei!»

Dicendolo, Christian appoggiò a sua volta una mano sulla coscia della sua compagna e strinse forte.

«Basta, su, mi state mettendo in imbarazzo!»

«Dai, non fare la modesta! Comunque si è fatto tardi, vi lascio da soli…»

«Assolutamente no! Non puoi andartene, abbiamo appena aperto l’altra bottiglia!»

«Se bevo un altro bicchiere non potrò più mettermi alla guida…»

«Puoi dormire con noi, non farti problemi!»

Claudia rimase interdetta, poi scoppiò a ridere.

«Guardate che potrei accettare davvero, mi sento già abbastanza cotta… Ma quanti gradi è questo vino?»

E dicendolo si versò un altro bicchiere, per poi riempire anche quelli dei padroni di casa.

«Quindi stiamo brindando a questo pigiama party improvvisato?»

Restarono a bere in salotto per un’altra oretta, ridendo e chiacchierando amabilmente: venne fuori che prima del ragazzo con cui aveva litigato quel pomeriggio, Claudia aveva frequentato una delle colleghe di Rebecca.

Il vino aveva dissolto i freni inibitori e sciolto le lingue di tutti i presenti.

«All’università per un periodo ho diviso casa con un’amica di mia cugina e la sua ragazza… Mi piaceva da morire sentirle farsi la doccia assieme.»

Rebecca li conosceva già i racconti degli anni universitari di Christian e sapeva che non si era solo limitato ad ascoltare di nascosto le due che scopavano sotto la doccia.

«Io invece non sono mai stata con una donna…»

«Ti piacerebbe provare?»

Anche Christian si voltò a guardare Claudia.

Persino nel fare quella domanda così tanto stuzzicante aveva conservato la sua espressione da bambina innocente.

Rebecca le sorrise: «Tesoro, con te proverei anche subito!»

Non fu necessario prepararle la camera degli ospiti, quella notte dormirono poco tutti e tre.

Soprattutto Rebecca.

La cosa che più le piacque fu sperimentare il bacio di un’altra donna: delicato, profumato, avvolgente.

Baciare Claudia era stato come mangiare un dolce alla crema: le aveva messo la lingua ovunque, non solo in bocca, e a ogni centimetro di pelle che percorreva le strappava un sussulto.

Christian all’inizio aveva assistito in disparte, poi dal soggiorno le due si erano spostate in camera da letto e lui le aveva seguite.

Alla fine, Rebecca si ritrovò con le lingue di entrambi addosso… E dentro.

«Claudia, credo che dovrai venire più spesso ad allenarmi a domicilio…»