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venerdì 19 febbraio 2021 di
Angelica Artè

La Fidanzata Fedele viene Scopata dal Capo

 

Mi chiamo Elisa, ho trentadue anni, e mi sono sempre considerata una ragazza fedele.

Sono fidanzata da 6 anni con Marco, conviviamo e abbiamo un rapporto che considererei buono.

Una coppia normale, con una casa normale, e due lavori normali. Troppo, forse.

Mi piace l'equilibrio e la stabilità che ho creato con Marco, però la tranquillità si è trasformata in routine. Da un po' di mesi mi sono resa conto che la nostra storia, sta vivendo un momento di apatia, soprattutto per quanto riguarda la nostra vita sessuale. Poche attenzioni, poca curiosità. Abbiamo la stessa quantità di colpe. Siamo pianeti che viaggiano paralleli, senza apparentemente più toccarsi ne metaforicamente ne fisicamente. Ed io ho un'età in cui comincio a non sentirmi più una ragazzina. Sono ancora giovane, ma non ho più il corpo sodo e snello che avevo a 15 anni. Il mio corpo sta cambiando, e la percezione che ho di me sta mutando. Il mio seno è cresciuto, ho ormai una quarta abbondante, ma anche i miei fianchi sono lievitati, e il culo sodo che avevo anni fa, ora è diventato un culo molto più morbido. Sento la necessità di avere delle certezze, di avere la percezione che il mio corpo sia desiderabile e desiderato, come lo è sempre stato. 

Ma non riesco più a sentire questo desiderio da Marco.

L'unico campo dove cresce la fiducia e la stima nei miei confronti, è il lavoro. Lavoro in un'azienda di digital marketing, e le soddisfazioni aumentano mese dopo mese, sia per quanto riguarda i risultati dell'azienda, sia i miei personali. Sto crescendo e voglio continuare a farlo. Nella vita il lavoro può farti sentire completa, più di quanto possa farlo il decantato e forse sopravalutato amore.

Una sera vengo invitata da una mia collega per un aperitivo in un locale fuori città. Non sono molto mondana, ma se si tratta di lavoro, sono ben contenta di uscire. La mia collega Veronica, mi ha invitato a bere un aperitivo.

Mi sono messa in tiro, un po’ perché non mi capita spesso di uscire, un po’ perché la mia collega mi porta sempre in posti chic. Lei è una bellissima ragazza, single, che intuisco avere una vita sessuale disinvolta. Ogni volta mi racconta qualche aneddoto piccante sulle sue ultime performance. Con lei mi diverto molto e mi distraggo, e un po’ la invidio.
Quella sera eravamo molto in sintonia, e dopo due drink a testa lei mi propone di cambiare locale, quando a un certo punto le squilla il telefono. Si allontana, poi ritorna da me sorridente.
-Era Mandorlini.
-Ah sì?
-Ha detto che ci raggiunge.
-Ma sei matta?
-Rilassati, è un uomo divertente fuori dall’ufficio.
Walter Mandorlini è il nostro capo, un cinquantenne affermato e deciso, un uomo che mi ha sempre messo soggezione, capace di sguardi severi e sfuriate furibonde. Ma un capo attento alle tue richieste, molto comprensivo. Insomma con lui mi trovavo bene, però mai avrei pensato di berci insieme!
Arrivò vestito casual, una camicia che metteva in risalto il suo fisico allenato, asciutto, non pompato. I cappelli imbiancavano, le tempie arretravano, eppure non dava l’idea di quegli uomini sofferenti per il tempo che inesorabile passa. Anzi.
Salutò Veronica con un bacio sulla guancia, e me con un inchino elegante e un baciamano. Ci mettemmo a ridere.
"Non volevo osare baciare anche te, e stringerti formalmente la mano mi avrebbe riportato con la mente all’ufficio, con quell'odioso capo" scherzò in modo ironico facendo ridere me e Veronica.
Convenni che aveva esordito in modo intelligente e spiritoso. Andammo a sederci ad un tavolo dove ci servirono dell'ottimo vino e diversi mini antipasti. Il cibo era ottimo, il vino lo era ancor di più. La conversazione era piacevole. Walter, il nostro capo, fuori dall'ufficio si stava rivelando un uomo davvero interessante. Aveva sempre la battuta pronta, era ironico e gentile, ma allo stesso tempo era una persona piena d'interessi. Un uomo che aveva viaggiato tanto, sia per piacere che per lavoro. Nella sua professione era una persona preparata e ricca d'esperienza. Ci deliziò con interessanti aneddoti legati a collaborazioni che aveva avuto con grandi brand e personaggi famosi. 

Ci stavamo divertendo, per la prima volta tutti e tre insieme fuori dal contesto lavorativo. Intuii che tra il mio capo e Veronica doveva esserci più che una complicità lavorativa. Non mi avrebbe stupito saperli amanti. M' immaginai quei due bei corpi mentre scopavano, e la scena mi fece un certo effetto. Ma che diavolo andavo a pensare?! Ero brilla. Mi accorsi improvvisamente che sul tavolo c'erano già 3 bottiglie di vino vuote ed una quarta era quasi a metà. La piacevolezza di quella serata mi stava prendendo tanto che non mi ero accorta di quanto stessimo bevendo. Mentre ero lì imbambolata a guardarli, pensandoli nudi, Mandorlini mi fece cenno di ascoltarlo.

-Ehi, sei con noi?
-Scusate, mi ero persa.
-Dicevo a Veronica che potremmo proseguire la serata in un locale un po’ più speciale.
-In che senso?
-Si può ballare, bere ancora qualcosa, rilassarsi, fare una sauna. Cose così.
-Me lo stai chiedendo come capo?
-Preferisci che ti dia un ordine?
-No, no. Accetterò lo stesso.
Quell’invito particolare mi stuzzicava e incuriosiva, non andavo mai in posti diversi da ristoranti e pub. Marco non aveva molta fantasia.

L'idea di stare a tarda sera con un altro uomo, non era l'ideale per una fidanzata fedele come me, ma c'era Veronica e la immaginavo a fine serata che veniva scopata dal capo ubriaco ed eccitato.  
Entrate in questo splendido e lussuoso locale della zona, che conoscevo ma dove non ero mai stata, ci trovammo praticamente isolati dal resto degli ospiti, un privè gigantesco tutto per noi. Un divano circolare, un cameriere discreto ma pronto, musica a volume perfetto. Stavo molto bene, mi lasciai cullare dal divano e da un altro drink.
E poi tra noi tre si stava stabilendo un bel feeling. Con Veronica già lo sapevo, ma Mandorlini fu una vera sorpresa. Colto e ironico, oltre che capace di portare due donne in un posto simile.
-Se non sono troppo azzardato, proporrei un bagno.
-Un bagno? Ma come?
Veronica mi venne in soccorso.

- Nel giardino fuori, hanno una piscina riscaldata. Tranquilla Elisa, questo posto ha costumi da bagno di tutte le taglie e stili.

-Tu ci sei già stata?
-Qualche volta.
Rimasi un po’ colpita da quella rivelazione. Adesso ero io la bambina nel bosco. Non volevo fare la parte della guastafeste, ma mettersi in costume davanti al capo, non mi faceva sentire a mio agio. Non era un'iniziativa che si adattava alla mia persona. Sarebbe stato meglio finire la serata, salutarli e tornare a casa da Marco. Probabilmente era ancora sveglio e mi avrebbe proposto di vedere un film, soli sotto la coperta. Come al solito.

O forse sarei potuta rimanere, e godermi una serata diversa. Walter continuava a guardarmi con uno sguardo nuovo. Quei suoi occhi ero abituata a vederli come quelli del responsabile dell'azienda che scruta, osserva i suoi dipendenti e li fulmina quando le cose non vanno come vorrebbe lui. Stasera invece quello sguardo è sereno, è allegro: è bello. Sento da parte sua il desiderio che io resti, che non vada via. Finii con l’accettare quell’invito. Andammo alla reception del locale che scoprì avere anche una spa e delle camere e li ci fecero scegliere dei costumi nuovi della nostra taglia. Il tutto, ci disse la ragazza al desk, era già stato addebitato sul conto di Mandorlini. Brille e allegre io e Veronica ci ritrovammo in una vasca ampia nel giardino del locale. Anche qui eravamo soltanto noi ,come se l’intero sito fosse stato prenotato in esclusiva. Mi sentivo al centro dell'attenzione e mi divertivo. Notai lo splendido corpo di Veronica, che il bikini risicato metteva ancora più in risalto. Io mi ero presa un due pezzi non troppo ardito, ma nemmeno casto. Non volevo sembrare una suora, ma nemmeno una poco di buono. 
Mi fece subito i complimenti, porgendomi un altro calice di champagne.
-Gli dei devono volermi bene per permettermi di passare una serata con due splendide femmine come voi.
Il termina femmina di solito scaturiva in me irritazione, ma stranamente, in quella circostanza mi fece scaldare. .
Facemmo un brindisi, posammo i bicchieri, e improvvisamente Veronica disse che doveva allontanarsi. Rimasi imbarazzata in quella piccola piscina riscaldata, sola in quella splendida notte col mio capo. Sentii il suo sguardo addosso. I suoi occhi sul mio seno pieno. Ero poco lucida, a causa del vino e dell'assurda situazione. Solo un paio d'ore fa ero sola con Veronica e adesso mi ritrovavo sola, in costume di fronte a Mandorlini. 

"Il tuo fidanzato deve essere molto geloso di te. Sei una ragazza attraente, e gli uomini non faranno che mangiarti con gli occhi."

Non proprio, pensai con rammarico. Non attiravo tutti questi sguardi e soprattutto il mio fidanzato non mostrava gelosia nei miei confronti. Lui ormai sembrava non mostrare più alcuna emozione verso di me. Escludendo un affetto quasi fraterno.

"Forse sarà il vino, ma voglio confidarti un segreto. Il mese prossimo aprirò un'altra agenzia, a Milano che lavorerà solo con grandissimi brand. Per adesso non lo sa ancora nessuno in azienda perché è un progetto particolare. Sarà qualcosa di grosso, e avrò bisogno di persone capaci e affidabili. Avevo già in mente qualcuno a cui proporre di seguirmi in questo progetto, e stasera ho avuto la conferma che quell'intenzione è giusta. Mi piacerebbe se fossi tu la responsabile della sede". Restai di sasso. "Capisco che ti chiedo tanto. Ormai hai la tua vita, e i tuoi ritmi in azienda ma ti sto proponendo la classica occasione che capita una sola volta nella vita. Sarebbe davvero una svolta per la tua carriera Elisa. Uno stipendio doppio e la possibilità di lavorare con i più grandi."

Poi Mandorlini si avvicinò a me. Era vicino al mio viso. Ascoltavo questa sua offerta incredibile quanto inaspettata, e dal turbinio di emozioni sentivo che per me era un grande occasione. Volevo seguirlo. Mi piaceva il suo sguardo, il tono della sua voce. 

"Voglio che tu venga con me. Ti voglio al mio fianco per questa avventura. Sei una ragazza capace, sei sveglia sei affidabile. E poi" ora la sua bocca si stava avvicinando pericolosamente alla mia. "E poi mi piaci Elisa. Tanto" Sentii le sue mani poggiarsi sui miei fianchi.

"Ti voglio con me. Ti voglio per me Elisa.."

L’alcol, la situazione, il mio capo lì davanti, la proposta grandiosa che mi aveva fatto, fecero in modo che io non opposi resistenza.

"Ti voglio Elisa"

Il capo mi bacia in piscina

Walter poggiò le labbra sopra le mie e mi baciò, introducendo subito la sua lingua nella mia bocca, e io ricambiai. Rimanevo ferma, non partecipavo alla sua aggressione. Le sue mani iniziarono ad avanzare sul mio corpo, finendo per introdursi nella parte bassa del costume. Con un dito iniziò ad accarezzarmi il clitoride, facendomi piegare le gambe. Cosa stava succedendo?

Da quanto tempo il mio corpo era stato lasciato solo? Da quanto tempo Marco non mi faceva godere, e non mi scopava come doveva fare un uomo?

Mi resi conto che ero fuori controllo dall'eccitazione.

Da fedele fidanzata, non avevo mai fantasticato di venire scopata dal mio capo. Ma la situazione stava cambiando.

Lo capii meglio quando Mandorlini mi prese il polso e lo portò sul suo cazzo. E che cazzo. Gonfio, duro, venoso. Senza pensarci iniziai a masturbarlo.
"Brava Elisa" disse per poi riprendere a baciarmi con lussuriosa irruenza. Intanto sotto il bordo dell'acqua, la mano di Mandorlini prese a muoversi più rapidamente. Due dita entravano e usciva dalla fica bagnata, non solo dall'acqua della vasca. 

Percepivo una sensazione di proibito ad infuocare la situazione. 

Nella piscina riscaldata di un locale, immersa in un metro d'acqua con la mano del mi capo tra le mie cosce e la sua lingua che si muove nella mia bocca.

Walter, nell'enfasi di quell'unione, ne approfittò per mettermi una mano sul seno, infilandosi dentro il costume. 

Non riuscivo a muovermi. Non ebbi reazione. La mano a coppa prese il mio seno destro. Con le dita cercò e trovò il mio capezzolo durissimo. Iniziò a giocarci, facendomi rabbrividire di piacere. Lentamente. Non sembrava avere fretta. Mi aveva puntato da così tanto tempo che ora sembrava festeggiare la preda, finalmente sua. Mi tremavano le gambe. Le sue dita si muovevano dentro di me, con irruenza e maestria. Nonostante, Walter fosse sempre stato un corpo sconosciuto fino a qualche ora fa, le sue dita mi diedero una scarica inaspettata e desiderata, di piacere. Un orgasmo intenso e doloroso, maledetto, bellissimo. Le tette mi facevano male da quanto godevo. Mi appoggiai al suo petto, staccandomi da quel bacio osceno. Lui mi ricevette senza fare una piega. " Ti voglio Elisa." continuò a ripetermi mentre io riprendevo fiato su di lui.

"Dovremmo fermarci. Io sono fidanzata.."

"Lo sento che vivi una vita a metà. Ed io posso darti tutto quello che ti manca Elisa. Tutto quello che meriti."

E così dicendo, mi prese per un braccio e delicatamente mi girò. Poi con l'altra mano diede una leggera pressione sulla mia schiena facendomi chinare sul bordo della vasca. 

Sentii che stava abbassandosi il costume. Non provai nemmeno a far finta di oppormi. Mi ero stesa sul bordo piscina e, le mie tette sentivano il freddo e il ruvido della pietra. Mi abbassai il costume. La notte era piena di stelle, l'aria era calda.

Ero pronta per essere scopata dal mio capo. Gli stavo dicendo di entrare, di prendermi, di fare quello che voleva. Il suo cazzo entrò prepotente, e ambedue facemmo dei gemiti di soddisfazione. Era quello che aspettavamo, e il premio era quella sensazione. Prese a muoversi con velocità, era impaziente. Temevo venisse dopo pochi colpi, ma non fu così, Walter era un amante esperto e potente. Mi scopava bene. 

Il mio culo morbido, tremolava ad ogni suo colpo, le mie tette oscillavano con i capezzoli che sfregavano contro la pietra.

Delicatamente mi prese per i capelli, tirandomi la testa all’indietro. Voleva che lo guardassi, ma non ce la facevo, chiudevo gli occhi, presa dal rimorso verso il mio fidanzato, e perché troppo intenta a godere, come non mi succedeva da tempo. Ero una fidanzata fedele, che veniva scopata dal suo capo. Sentii i suoi movimenti aumentare di frequenza, e di profondità.  Poi d'improvviso si staccò, mi venne di fianco mi girò la testa verso di lui, e mi spruzzò tutto il  suo sperma in faccia. Mi bagnò col suo liquido caldo in quella notte piena di stelle.

 

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