Carrello
-
x
Pacco 100% Anonimo
Il suo compagno era cambiato. Priscilla lo aveva notato già da un po’: all’inizio Francesco era semplicemente distratto e poco presente, e quando la sera si incontravano a casa, dopo il lavoro, trascorreva il suo tempo sul divano con la faccia incollata allo schermo del cellulare.
Poi, col passare del tempo, aveva iniziato anche a rincasare più tardi, ogni volta adducendo una scusa diversa: una volta un problema alla batteria dell’auto, quella dopo la riunione col capo andata per le lunghe, quella dopo ancora la coda al casello. Lei se lo sentiva che qualcosa non andava, aveva la netta sensazione che il suo uomo le nascondesse un segreto.
Forse un’amante?
Certo, avrebbe potuto provare a controllare mail e conversazioni sul suo telefono… Magari approfittando mentre lui si faceva la doccia. Qualche giorno prima lo aveva seguito in bagno, nuda, e quando lui era già sotto l’acqua calda, si era intrufolata anche lei nel box. Con il getto che le colpiva la testa, si era messa in ginocchio davanti a lui in quello spazio angusto, gli aveva preso il membro in bocca e aveva cominciato a succhiarlo con passione. Francesco era rimasto immobile, con le braccia stese lungo il corpo e reclinando la testa all’indietro. Muoveva avidamente la lingua lungo l’asta, con dei colpetti delicati ben assestati sul glande, poi di nuovo giù, fino a lambire anche i testicoli.
Ingoiava tutto facendoselo sparire completamente dentro le fauci. Era fradicia, lei, invece Francesco nulla: niente erezione nonostante la passione che ci stava mettendo.
«Perdonami piccola, è che ho la testa da un’altra parte»
Così l’aveva liquidata. Forse era arrivato il momento di scoprire dov’era quest’altra parte o, piuttosto, nel letto di chi.
Quella sera le si presentò l’occasione perfetta.
Dopo cena, Francesco si era alzato da tavola dicendo di aver voglia di farsi un bagno caldo. Lei si era limitata a fare un cenno d’assenso col capo, restando di spalle e continuando a lavare i piatti. Non appena lui ebbe chiuso la porta del bagno alle sue spalle, Priscilla si mise a cercare il suo cellulare, sperando vivamente non lo avesse portato con sé. Era lì, proprio sul tavolino del soggiorno. Schermo da sbloccare, password: era uno smemorato il suo caro Francesco, forse traditore, ma incapace di ricordare più di una password, usava la stessa per tutto, la sua data di nascita, di una banalità assurda.
Ok, sbloccato.
Priscilla, seduta sul divano, scorreva veloce la cronologia delle chat di Whatsapp: lei, la sorella, il gruppo del padel, un paio di colleghi dell’ufficio… Nulla di compromettente, solo nomi noti anche a lei. Tutta gente che le era familiare anche fra le conversazioni di Instagram.
Cavolo, o era bravissimo a nascondere la sua tresca oppure non ne aveva nessuna!
«Cosa ci fai col mio cellulare?»
Francesco si era materializzato alle sue spalle dietro il divano, silenzioso come un fantasma.
Le aveva fatto venire un colpo, tanto che il telefono le era volato dalle mani finendo sul tappeto.
Imbarazzata, Priscilla si era alzata in piedi, balbettando qualcosa nel tentativo di giustificarsi:
«No, io, veramente… L’ho sentito suonare, credevo fosse tua madre»
«Ma se nemmeno la sopporti mia madre!»
Effettivamente, non aveva tutti i torti. Nel salotto era calato un silenzio tombale, rotto solo dalle note della radio che lui aveva acceso in bagno. Era tornato indietro per recuperare il telefono, probabilmente: anche quello poteva essere un segnale del fatto che avesse qualcosa da nascondere.
Mentre lo guardava lì, davanti a lei, con addosso solo l’asciugamano avvolto attorno alla vita, Priscilla provava molti sentimenti contrastanti: non avrebbe voluto avercela in quel modo col suo compagno.
Piuttosto, avrebbe preferito avvicinarsi a lui, cingergli i fianchi e infilargli la lingua in bocca, farlo stendere sul divano ed impalarsi sul suo sesso turgido con ancora i vestiti addosso.
Lui aveva un corpo perfettamente definito, con tutti i muscoli al punto giusto, estremamente sensuale con il grosso tatuaggio tribale che spiccava sul petto. Il suo membro, poi, riusciva a intravederlo anche al di sotto dell’asciugamano, non era eretto, ma le sue dimensioni lo rendevano impossibile da camuffare.
«Non ce la faccio più! Non era tua madre, è vero! Volevo leggere i tuoi messaggi!» sbottò all’improvviso.
«E perché?»
Quel tono sorpreso la fece infuriare ancora di più.
«Come perché? Sono settimane che sei strano, che mi ignori, non scopiamo nemmeno più! L’altro giorno ho provato a farti un pompino e in pratica mi hai fatto uscire dal bagno!»
L’espressione dell’uomo si faceva via via più seria e contrita man mano che Priscilla gli elencava le sue mancanze. A lei sembrava quasi di prenderlo a schiaffi, per la brutalità e la schiettezza con la quale finalmente stava riuscendo a parlargli.
Francesco la lasciò finire, poi si andò a sedere sul divano senza aggiungere altro.
«Allora? Non hai niente da dire? Chi è? Chi ti stai scopando?»
Lui alzò lo sguardo sbigottito e la fissò per qualche secondo, poi tornò a guardare il tappeto, in silenzio.
Priscilla non sapeva come interpretare quella reazione, di certo si sarebbe aspettata qualcosa di diverso: probabilmente che iniziasse a negare, magari spergiurandole che era lei l’unica donna della sua vita, che non desiderava nessun’altra.
Ma avrebbe anche potuto ammettere il tradimento, chissà, confessare di avere una squallida tresca con qualche troietta stagista dell’ufficio. Un paio le aveva conosciute alla cena di Natale: due biondine non troppo alte, con tacchi vertiginosi e le tette rifatte strizzate in vestiti per niente adatti ad una cena coi superiori.
«Sto aspettando una risposta cazzo, Francesco!» urlò alla fine.
Lui le fece segno di raggiungerlo sul divano.
Gli si sedette accanto, senza riuscire a ignorare, pur essendo su tutte le furie, l’eccitazione che le causava l’odore della pelle sudata dell’uomo.
«Non c’è nessun’altra… però hai ragione, qualcosa c’è»
Priscilla sentì un brivido gelido percorrerle la schiena, un colpo di frusta che la lasciò senza fiato.
Non disse nulla, aspettando trepidante che lui iniziasse a confessarle cosa gli era successo, o cosa aveva fatto.
«Ti ricordi la cena di Natale?»
In un attimo, i suoi sospetti presero corpo ed iniziò ad immaginarsi il suo compagno con le due troie bionde immersi in una Jacuzzi di qualche albergo a ore, una seduta accanto a lui intenta a fargli una sega e l’altra in piedi davanti a loro, con la fica bagnata all’altezza delle loro facce, alla portata delle loro lingue che le tormentavano clitoride e grandi labbra, interrompendo solo per baciarsi. Odiava la sua fervida immaginazione, tanto quanto il dover ammettere che quelle fantasie, in una certa misura, la stessero facendo eccitare.
Si limitò a fare un cenno d’assenso: se la ricordava la cena di Natale, troie a parte. C’era un sacco di gente, l’azienda per la quale lavorava Francesco era una grossa multinazionale, tanti dipendenti, tutti lì in quella villa fuori città presa in affitto per l’occasione dal capo dei capi in persona.
Durante la serata per una mezz’ora abbondante aveva perso di vista Francesco, ora che ci pensava. Era rimasta a far finta di apprezzare la conversazione con Tania, la moglie di Paolo.
Paolo era il collega con cui Francesco era entrato più in sintonia nel suo primo anno di lavoro lì in azienda. Si poteva quasi dire che avessero iniziato a fare amicizia.
«Quella sera… Ecco, ho provato qualcosa» ammise alla fine.
«Cosa? Cos’è che hai provato?»
L’uomo continuava a tenere lo sguardo basso e Priscilla immaginò stesse rivivendo l’esperienza che tanto lo aveva segnato, a quanto pareva.
«Sono uscito a fumare una sigaretta con Paolo, a un certo punto. Eravamo arrivati a quota quattro calici di vino, mi sentivo decisamente su di giri, avevo bisogno d’aria e lui è venuto fuori con me. Mentre fumavamo, mi ha chiesto se poteva mostrarmi una cosa…»
Francesco deglutì rumorosamente, interrompendo per qualche istante il suo racconto, poi proseguì.
«Io ho detto di si, capirai, pensavo volesse mostrarmi qualche video cretino su TikTok, è ossessionato dalle cazzate quell’uomo»
E invece?
«Altro che TikTok! Dalla galleria del suo cellulare ha selezionato un filmato. Mentre sbirciavo lo schermo, nella cronologia, sia prima che dopo, mi era sembrato di individuare un paio di foto di una donna col seno da fuori.»
«Mi stai dicendo che il tuo collega ti ha mostrato un porno amatoriale?» lo interruppe lei.
«No, cioè si, non proprio…» farfugliò Francesco.
«Il video cominciava con l’inquadratura di un letto vuoto, pochi frame, dopodiché appariva Tania, che andava a sedersi a favore di telecamera. Addosso aveva uno di quei babydoll con i dettagli in pizzo che usi anche tu, con quel seno enorme che si ritrova che strabordava fuori dal corpetto ricamato e i capezzoli duri e scuri che spuntavano fuori fra le trame del merletto»
L’aveva osservata davvero bene Tania, non c’erano dubbi! Una bella donna loro coetanea, con i capelli corti a caschetto e nerissimi. Assomigliava molto alla Valentina di Crepax, il che la rendeva decisamente desiderabile. Se la immaginò anche lei davanti alla fotocamera del cellulare di Paolo, mezza nuda.
«Lei lì seduta e Paolo che riprende e poi incomincia a farle domande… Si sente la voce di Paolo che le chiede cose tipo “chi sei tu?” “cosa vuoi?”»
«E lei?»
«Lei accavalla le gambe, lui zoomma prima sul seno poi si sposta sul volto. Con lo sguardo lascivo lei fissa l’obiettivo e si presenta dicendo il suo nome, e aggiungendo di essere una troia, la sua troia»
Francesco deglutì di nuovo, mentre Priscilla provava a guardargli il pacco, per capire se rievocare quel ricordo lo stesse facendo eccitare. A lei stava succedendo, era già bagnata.
«Paolo allora la incalzava, le diceva che era vero, che era una gran puttana, e le chiedeva se era disposta a fare qualunque cosa per lui, per farlo arrapare… E lei sempre con la faccia da troia e gli occhi vogliosi, si leccava le labbra e rispondeva si, tutto. E lui “tutto?” e lei “ogni cosa” e mentre glielo sussurrava si scopriva completamente il seno, liberando quelle due tette enormi e iniziando a strofinarsi i capezzoli fra le punte»
Poi Francesco si fregò nervosamente le mani e aggiunse «E quindi Paolo le fa, con una voce super arrapata “allora fammi vedere come ti fai fottere davanti a me” e Tania “vuoi essere un cornuto?” e lui “si ti prego, fammi cornuto, puttana”»
«In pratica Paolo è cuckold?»
Effettivamente la cosa turbava un po’ anche lei: immaginava che quei due avessero un rapporto canonico, non si sarebbe aspettata che Paolo, che sembrava un uomo tutto d’un pezzo, potesse apprezzare una pratica del genere.
«Si ma il problema non è questo…»
«E qual è allora?»
«Che da quel momento non riesco a non pensare di veder fare la stessa cosa anche a te.»
Rivolgiti alla nostra Assistenza Clienti per qualsiasi informazione.
Contattaci su Whatsapp
371.17.39.573
Rispondiamo tutti i giorni: 9.30-17.30
Chiamaci al
371.17.39.573
dal Lunedì al Venerdì: 9.30-12.30 e 15.00-17.30
Scrivici un’email Compila il form
Tutti i giorni H24