Una Sauna per Tre
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venerdì 16 febbraio 2024 di
Metalinda

Una Sauna per Tre | Racconto Erotico

Lilia e Asia si erano date appuntamento come tutti i giorni dopo il lavoro al bar della palestra. 

Il patto era ok ci alleniamo, ma prima facciamo merenda. 

Lilia stanchissima, Asia ancora di più: arrivare al venerdì quella settimana era stato un’impresa per entrambe. Il loro capo ce l’aveva messa davvero tutta per farle impazzire… Ovviamente in senso tutt’altro che buono.

«Quello stronzo oggi mi ha stesa! Mi ha fatto rimettere in ordine tutte le sue scartoffie…»

«Secondo me lo ha fatto solo per guardarti meglio il culo quando ti piegavi per sistemare i fascicoli in basso…» 

«Già, peccato che poi mi abbia fatto fare 4 volte il giro della città per le sue commissioni…»

Asia era la segretaria del Dottor Celesti e si occupava anche di tutta una serie di incombenze che poco avevano a che fare con il lavoro d’ufficio: ritirare la biancheria pulita, passare dal supermercato per fargli la spesa, andargli a pagare le multe.

«Peccato sia così tanto stronzo! Per la sua età si mantiene in gran forma!»

Lilia invece lavorava in reception e lo vedeva arrivare tutte le mattine in sella alla sua moto. Celesti parcheggiava e restava per un po' a cavalcioni della sua Suzuki 600 prima di entrare in ufficio. 

Sicuramente faceva sport: aveva dei quadricipiti talmente grossi…

«Si, vero, si allena. Oggi mi ha chiesto di passare dal negozio di articoli sportivi perché ha cambiato palestra e voleva “spaccare di brutto”!»

Risero entrambe e finirono i loro frullati.

«Quando dice “spaccare di brutto” si vede proprio che è over 50!»

«Si però tu ti faresti volentieri “spaccare di brutto” da lui… Non è forse vero, mia dolce lurida amica?»  

Asia prese il borsone e tirò una treccina a Lilia continuando a prenderla in giro. 

«Andiamo luridona, che ora sfoghiamo un po’ sul tappeto!»

 

La loro palestra era sempre affollatissima a quell’ora, e spesso prima di poter utilizzare un macchinario toccava fare la fila. 

«Asia, ma non avevi detto che lo stronzo aveva cambiato palestra?» 

«Si così mi ha detto, perché?»

«Guarda un po’ chi c’è in fila per il tapis roulant…!»

Asia si voltò a guardare e vide il Dottor Celesti con le braccia conserte in attesa del suo turno.

«Ma guarda, quella è la tuta che gli ho preso io oggi!»

«Hai scelto bene, guarda che culo che gli fa!»

Effettivamente il capo era davvero in gran forma. 

Lo si poteva intuire anche osservandolo in completo tutti i giorni, ma era innegabile che quegli shorts evidenziassero i punti giusti.

«Gran culo, grandi cosce, e guarda quei pettorali… Ma sei sicura che abbia 55 anni?»

 «Lily però ora basta! Sei davvero troppo lurida! Potrebbe sentirci!»

«Ma come fa a sentirci? Sta dall’altro lato della sala, non ci ha neanche viste…!»

Asia arrossì: forse l’avrebbe messa un po’ a disagio allenarsi sapendo che il suo capo la osservava. Si considerava una persona decisamente “low profile”.

Lilia invece no, per niente. Era una tipa spudorata, divertente, solare, una sorta di catalizzatore per le attenzioni maschili.

«Ohooo stai arrossendo! Eddai, ammettilo che piace anche a te il capo!» 

Lilia le assestò una rumorosa pacca sul sedere e scoppiò di nuovo a ridere.

«Capo ops, mi sono caduti questi fascicoli… Ora mi piego a raccoglierli…»

La ragazza gettò a terra il suo asciugamano per poi chinarsi a raccoglierlo piano, in modo sensuale, spingendo il culo in fuori per metterlo in mostra… 

Anche se non sarebbe stato necessario: Lilia aveva uno di quei bei sederi grossi e sodi difficili da non notare. 

«Lei è oscena signorina!» esclamò Asia ridendo.

«Signore care, che piacere vedervi qui!»

Celesti aveva abbandonato la fila e si era avvicinato a loro. 

Che figura, magari le aveva sentite! Quasi sicuramente non si era perso Lilia col culo all’aria…

«Dottore, buonasera a lei!» 

Asia era al culmine dell’imbarazzo, probabilmente anche tutta rossa in viso.

Che figura di merda!

«Ero sicura che lei fosse uno sportivo, Dottore- si intromise Lilia- dei muscoli come i suoi non si mantengono certo da soli!»

Una sfacciata, Asia in quel momento si sarebbe seppellita, e invece lei aveva la lucidità di giocarsi anche la battutina allusiva…

«Ha ragione cara: impegno, costanza e duro lavoro!» 

Lilia e l’uomo si guardarono ridendo. 

Asia era sicura che la sua collega avrebbe fatto qualche battutaccia su quel duro lavoro appena possibile.

«Vi trovate bene in questa palestra? Mi hanno detto che è la migliore in zona.»

«Benissimo Dottore! Ha già visto la sauna?» chiese Lilia lanciandogli uno sguardo malizioso.

Asia la conosceva fin troppo bene, sapeva che da lei ci si sarebbe potuti aspettare di tutto.

«Non ancora! Perché dopo non me la mostrate voi?» chiese l’uomo senza scomporsi minimamente. 

Asia deglutì imbarazzata: sentì la pelle avvampare e rimase in silenzio.

Ma Lilia che probabilmente non aspettava altro che una proposta del genere acconsentì felice. «Certamente Dottore, dopo gli allenamenti sarà un piacere fargliela vedere…»

L’uomo sorrise e si congedò, tornando verso il suo tapis roulant ormai libero.

«Ma sei pazza? Ti rendi conto che è il nostro capo?»

«Si ma non qui dentro! Hai sentito del “duro” lavoro? Non vedo l’ora di scoprire quanto duro può diventare…»

La battutaccia: puntuale!

 

Dopo un’ora di attrezzi le due ragazze recuperarono i loro asciugamani e si diressero verso gli spogliatoi.

«Signore! Non dimenticatevi della promessa che mi avete fatto! Sto andando a mettere il costume.»

Celesti le aveva raggiunte appena fuori dalla sala principale. 

«Assolutamente no! Ci cambiamo e arriviamo anche noi, ci aspetti giù!» 

Lilia si sfilò la maglietta sudata restando solo col reggiseno sportivo fucsia. 

«E comunque in sauna può entrare anche con solo l’asciugamano addosso, il costume non le occorre…» disse piantando i suoi occhioni nocciola in quelli del loro capo.

«Vorrà dire che ci metterò meno tempo… A prepararmi.»

Scomparve nello spogliatoio degli uomini, mentre le due ragazze si rifugiarono nel loro.

«Asia non mi remare contro, non fare la bacchettona come tuo solito!»

«Non sono bacchettona, ma lui è il capo!»

«Che palle! Non qui ti ho detto! Ho timbrato il cartellino, qui fuori lui è solo uno che voglio scoparmi! E in pratica ce lo sta offrendo su un piatto d’argento!»

Anche a lei le allusioni del capo erano sembrate piuttosto inequivocabili. Tuttavia l’idea di provarci con lui la faceva sentire fuori luogo, compromessa per così dire.

«Ma cosa dici! Sei troppo maliziosa tu!»

«Ok ascolta: se non ti va non venire! Altrimenti puoi semplicemente restare a guardare!»

«E sei anche una pervertita!»

«Ma se non ho fatto ancora niente!»

Asia scese nella spa della palestra insieme all’amica, entrambe con indosso solo i loro teli bianchi di spugna, quelli dati in dotazione dalla struttura, così corti da coprire a stento le natiche. 

Le luci soffuse e i vapori delle vasche con l’acqua calda contribuivano a rendere ancora più torbida l’atmosfera. Poca gente quella sera, quasi nessuno… 

Ma il dottor Celesti, come promesso, era lì ad aspettarle davanti a una delle saune, anche lui con solo l’asciugamanino della spa.

Mezzo nudo era fantastico: un colosso di muscoli perfettamente delineati, un corpo che anche un 20enne avrebbe invidiato.

Lilia gli andò incontro sculettando, aprì la porta di vetro e gli fece segno di accomodarsi all’interno.

«Dopo di lei signorina» disse lui galante, e mentre Lilia entrava lui abbassò lo sguardo sul culo della ragazza. Poi si girò verso Asia, che era rimasta indietro, e le tese una mano. 

«Venga anche lei mia cara…»

Si sedettero sulle panchette di legno, lui all’angolo estremo vicino alla parete. 

Ci appoggiò le spalle contro e si mise ad osservare le due ragazze che avevano preso posto l’una accanto all’altra.

«Immagino che qui dentro le gerarchie dell’ufficio non contino, signore.»

Asia tacque, sempre più imbarazzata.

Lilia si sporse in avanti, scostando l’asciugamano e scoprendo un bel pezzo di coscia.

«No dottore, credo proprio di no!»

«Si sbaglia mia cara! Un capo resta capo ovunque…»

 

Asia se ne stava seduta con le gambe strette: fra il caldo della sauna e il suo crescente imbarazzo si sentiva andare a fuoco.

Ormai era palese: quei due stavano flirtando spudoratamente davanti a lei, che di certo non era un’educanda, ma forse nemmeno il tipo di donna che improvvisa una threesome con il capo e la collega.

«D’accordo Dottore! Immagino di dover restare in attesa di sue precise istruzioni quindi…»

Lilia si appoggiò contro la spalliera della panca e aprì impercettibilmente le gambe, senza staccare gli occhi da Celesti.

«Molto bene signorina, sia gentile, tolga l’asciugamano di dosso alla sua collega. La vedo parecchio accaldata, la faccia sentire a suo agio. Dopotutto, è per questo che la pago…»

Lilia allora si voltò verso Asia. 

La guardò per un attimo negli occhi e, non leggendoci un chiaro rifiuto, poggiò le mani sul telo e lo tirò giù. Asia restò seduta, completamente nuda.

«Credo vada meglio adesso, Dottore…» 

«Non credo signorina- obiettò lui- perché non le massaggia le braccia? Si metta dietro di lei, la sua collega è così tesa!»

Asia era tesa, si, ma anche più eccitata di quanto si sarebbe mai potuta aspettare.  

La voce di Celesti, il suo corpo sudato e muscoloso, lì a un passo da loro… E le mani di Lilia che avevano iniziato ad accarezzarla.

Con un movimento agile anche la ragazza si liberò del suo asciugamano e fece spostare in avanti Asia per sedersi dietro di lei. 

Le poggiò il pube proprio contro il culo: era così calda e forse anche un po' bagnata.

Celesti le ammirò per un paio di minuti: Lilia che faceva scorrere le dita dal collo fino alle mani della collega, con il seno poggiato contro la sua schiena, e Asia che ormai aveva perso del tutto la sua espressione imbarazzata.

«Baciatevi…»

L’uomo impartì l’ordine e si alzò in piedi. Infilò una mano sotto l’asciugamano ed iniziò a toccarsi.

Lilia prese il mento di Asia e le girò la testa piano. Quando le loro labbra furono le une davanti alle altre, ci appoggiò la lingua sopra e le schiuse. 

Asia chiuse gli occhi e si lasciò andare: con una mano afferrò la coscia della sua collega e la strinse forte. Celesti si avvicinò, fermandosi a un palmo dalle loro facce.

«E adesso baciate questo.»

Si era liberato del telo e aveva lasciato libero anche il suo cazzo in erezione.

Asia se lo vide sventolare davanti al naso: era davvero notevole.

«Signore, non sta bene non adempiere ad un ordine…»

Celesti fece sbattere il glande contro la bocca di Lilia, che svelta la spalancò per farlo entrare. 

Diede un paio di affondi, poi prese Asia per la nuca e la spinse verso i testicoli.

Si condivisero per un po’ il pene del loro capo, avendo cura di dedicarsi anche ad altre zone erogene lì intorno. Quando quella sfacciata di Lilia andò a stuzzicargli il buco del culo con la punta di un dito ricoperta di saliva, il dottor Celesti non resistette più e venne.

Copiosamente, su entrambe le loro facce.

«E ora ripulitevi, da brave… E mentre lo fate chiamatemi stronzo: mi eccita da morire sentirvelo bisbigliare nei corridoi dell’ufficio…»

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