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Pacco 100% Anonimo
“Vai a prepararti per la notte, ora andiamo a dormire.”
“Cosa? Ma io veramente pensavo che avremmo fatto qualcosa di diverso, non che avremmo dormito...” Resto un po’ sbigottita per questo ordine, non ha molto senso detto dal mio Padrone.
“Ti ho dato un ordine o sbaglio? Pensi di ubbidire o devo essere più convincente magari con la cintura?”
Rabbrividisco e filo in bagno. Mi strucco, mi lavo e mi sistemo, mi metto il pigiama e vado a cercarlo. Sono curiosa di fargli vedere il mio nuovo pigiama, preso apposta per la notte che avremmo trascorso insieme.
“Uhm, niente male, ma avevo in mente una mise diversa per te stasera. Vieni, andiamo in camera ma non preoccuparti, il tuo adorabile pigiamino lo puoi tenere su.”
Faccio strada verso la camera e fisso indecisa il letto: potrei lanciarmi su quello e cercare una posa relativamente sexy ma ha detto che i piani per la serata includevano il mio pigiama addosso, quindi non credo apprezzerebbe la mia iniziativa questa volta.
“Bene, resta ferma qui al centro. Allarga le gambe e alza le braccia. Non serve molto, solo un pochino, giusto per poter passare questa.” Improvvisamente ha un ammasso enorme di corda tra le mani e lo fisso improvvisamente terrorizzata. Che cosa pensa di fare con quella?
“Ehm… Che cos’ha in mente che comporti la corda a quest’ora Signore?”
“Oh bhe, un gioco divertente che comporta dormire tranquillamente. Avanti, apri le gambe e alza le braccia, sto aspettando.”
Mi affretto a eseguire e lui si mette all’opera: comincia a passarmi la corda in vita facendo un paio di giri, poi crea una sorta di corsetto in corda che mi avvolge i seni stringendoli leggermente e facendo passare uno strategico nodo in corrispondenza dei capezzoli. Ogni volta che respiro, si muovono e sfregano sui due nodini. Mi ordina di abbassare le braccia e di portarle in avanti ma mi rendo conto di non riuscire ad alzarle o muoverle più di tanto. Ha creato un bustino che mi avvolge anche le spalle impedendomi di inclinare la schiena: posso tenerla solo perfettamente dritta o piegarmi a 90°. Nonostante ci sia la stoffa tra il mio corpo e la corda, sento insistentemente la sua presenza, la sua costrizione continua e non posso non cercare di muovermi per tentare di liberarmi: non ha ancora finito e già voglio liberarmi. Ogni tanto mi rendo conto che sono un po’ assurda in questo genere di situazioni. Lui, nonostante i miei movimenti un po’ sconclusionati, riesce ad andare avanti ma mi becco comunque un'occhiataccia. Smetto di dimenarmi e lui prosegue: fa passare la corda intorno alle mie cosce un paio di volte per parte e poi la fissa a quella ferma in vita. Con lo spezzone che non mi ero resa conto avesse lasciato prima, passa a creare due nodi da posizionare esattamente sul clitoride e contro le piccole labbra. Lo fissa da qualche parte, poi mi obbliga a fare un giro su me stessa per ammirare il suo lavoro immagino. Mi fa spostare fino ad essere perfettamente davanti allo specchio a parete che ha nell’armadio e mi chiede come mi sento in questa situazione.
“Credo che la risposta sia un po’ strana. Mi sento costretta, impotente, immobile e terribilmente eccitata. È un insieme di sensazioni entusiasmanti immagino. Non posso muovermi, sono impotente e adoro questa sensazione sinceramente. Ogni respiro aumenta l’eccitazione, la sensazione di impotenza e mi fa impazzire un po’ di più.”
“Bene, questo è quello che volevo sentire.” Mi lancia uno sguardo dallo specchio e non riesco a capire come interpretarlo. Poi riprende a parlare. “Hai tutto il tempo per ammirarti, poi ti puoi mettere a letto. Vado a prepararmi, mi aspetto di trovarti lì quando torno.”
Mi lascia davanti allo specchio e mi ammiro: in un certo senso mi sembra di essere un salame, pronto per essere appeso a testa in giù per farlo essiccare. La corda mi avvolge tutta, non mi lascia libera. Devo ammettere che è una sensazione travolgente, mi sento in trappola e libera allo stesso tempo, è così strano che non penso di poterlo descrivere. Non ho ampio margine di movimento, devo fare dei piccoli passi per dirigermi verso il letto e stendermi risulta complicato. Sedermi per poi stendermi è il mio piano iniziale ma mi rendo presto conto che non è così semplice come immaginavo. Sedermi vuol dire una tensione enorme sul clitoride e sulle labbra, grazie a quei due nodi maledetti. Provo ad allungare le mani per cercare di alleviare leggermente la pressione ma non riesco ad arrivarci. Mi sollevo di quel poco che mi sono piegata e cerco un nuovo modo per stendermi. Non riesco a stendermi, non oso immaginare come sarà dormire stanotte o alzarmi domani mattina. Credo che l’unica alternativa che ho per non avere la sensazione di lacerarmi i genitali, sia lanciarmi a sacco di patate sul letto, così da evitare spiacevoli inconvenienti. Faccio un respiro e mi preparo, mi lascio cadere e lancio un urlo. Cavolo, ho decisamente preso male la mira, oltre a sentire tirare decisamente troppo là sotto, sono finita contro la parte sporgente della rete del letto e poi a terra. Merda!
Sento dei passi rapidi che accorrono, poi compare e mi fissa, mal celando un sorriso, dopo essersi assicurato che non mi sono fatta seriamente male.
“Non ho parole, ti avevo detto di metterti a letto, non di finire a terra.” Dice smettendo di trattenere la risata. “Non pensavo che ci saresti riuscita, la corda è troppo stretta là sotto per potertelo permettere senza farti male, volevo capire quanto ti saresti ingegnata ma direi che ti sei ingegnata male.” Continua a ridere così tanto che sta diventando un po’ umiliante la situazione…
Si china su di me e mi solleva, adagiandomi sul letto. Poi allenta la corda e mi abbassa pantaloni e mutande, sottoponendomi a un terribilmente umiliante controllo delle parti intime che devo aver superato perché risistema la corda, senza però rimettermi i vestiti.
“Direi che stai bene, quindi possiamo andare avanti: ora ti lego mani e piedi, okay?”
“Si Signore.” In realtà mi terrorizza ma so che non mi farebbe mai del male volontariamente.
Da chissà dove, tira fuori un’altra corda che mi avvolge intorno alle caviglie e la fissa ai piedi del letto, poi passa ai polsi facendone passare una su entrambi per poi fissarla a quella che ho in vita.
Tiro leggermente le corde per capire quanto saldamente io sia stata bloccata e mi rendo conto che praticamente sono immobile: i polsi non si muovono di un millimetro e, per muovere le gambe, dovrei spostare il bacino, cosa assai complicata in queste condizioni.
“Direi che ora possiamo passare a scaricare la fatica della giornata, no? Rilassarci serve sempre, o sbaglio?”
Mi guarda beffardo, poi scompare per ricomparire a fianco della mia testa. -Che il divertimento abbia inizio!
Il suo pene svetta già eccitato e cattura tutta la mia attenzione: cerco di girare la testa aprendo la bocca ma mi rendo conto che da come sono posizionata e bloccata non riesco a spostarmi se non di qualche centimetro.
Si sposta mettendosi a cavalcioni sopra di me: sento il suo dolce peso sul petto e mi si spezza il respiro. Non mi è mai successa una cosa del genere. Apro la bocca per accoglierlo e comincio ad assaporarlo. Faccio roteare la lingua sulla punta ma mi arrendo in fretta: comincia ad andare più a fondo, a toccarmi la gola con la punta. Si ritrae e cerco di accompagnarlo con la lingua per addolcire il momento ma il movimento è così veloce che è nuovamente sul fondo della gola provocandomi un conato. Si ritrae e prendo un bel respiro fissandolo negli occhi mentre mi concede questo momento di respiro preparandomi per il prossimo affondo.
Mantiene lo sguardo fisso nel mio mentre sprofonda in me, questa volta senza ritrarsi. Lo sento a fondo, così a fondo che l’aria non riesce a entrare nei miei polmoni. Lo fisso, impotente, occhi negli occhi, impreparata a questo. Sento il panico montare dentro di me mentre l’aria resta completamente bloccata, il respiro che manca e gli occhi sbarrati.
Poi si muove, si ritrae e l’aria riprende a circolare dentro di me. Lo fisso, terrorizzata da quello che è appena successo, dal controllo che ha appena esercitato, dal potere che gli ho ceduto. Poi mi rendo conto che avrei potuto almeno dimenarmi, cercare di fargli capire che non ero pronta ma sono rimasta immobile, non ho nemmeno cercato di ritrarmi. Certo, sono legata e immobilizzata ma qualche movimento lo posso fare, posso ritrarmi almeno un pochino. Adesso che me ne sono resa conto, mi terrorizzo ancora di più: fino a che punto posso spingermi? Fino a cosa posso resistere? Ho davvero un limite o i miei limiti sono scomparsi? Sono pronta a tutto per lui? Cosa c’è tra noi? Perché lo faccio? Perché mi piace? Cosa c’è di sbagliato in me?
“Sei pronta a rifarlo?” Mi fissa negli occhi e mi rendo conto che ora non ha importanza, ne parleremo dopo. “Sai cosa ti aspetta, prendi un bel respiro e preparati.”
Si riposiziona e sprofonda un’altra volta: questa volta però non si limita a questo, mi sistema una mano sul collo e stringe, bloccando completamente ogni possibilità di respirare. Mi sale il panico ma mi calmo, so che non esagererà, non andrà oltre. Mi sento completamente in sua balia, la mia vita dipende da lui. Questa sensazione è inebriante, sono completamente impotente e lo trovo tremendamente eccitante. Sento una scossa nel basso ventre e mi lascio andare: mi abbandono completamente a quello che sta succedendo e mi godo il momento. Non credo possa esistere un momento in cui io possa sottomettermi di più. L’aria torna a circolare nei miei polmoni e ne faccio incetta, poi torna a sparire. Qualche manciata di secondi dopo, torna a circolare, poi scompare ancora per più tempo. Continuano ad alternarsi momenti di aria più lunghi a momenti di assenza totale, finché non sprofonda completamente nella mia bocca per liberare il suo orgasmo.
Quando si sfila, mi viene un po’ di malinconia, dopo il primo istante di panico, mi sono terribilmente eccitata per il trattamento ricevuto.
“Bene. Ora credo che se ti toccassi, ti troverei completamente fradicia o mi sbaglio?”
Un “No Signore.” esce a forza dalle mie labbra.
“Bene, allora credo che ora ti libero e poi possiamo andare a dormire.”
Ma… Non voglio perdere anche le corde, sarebbe troppo per questa notte, non me la sento di abbandonare tutto così dopo così poco.
“Non voglio.”
“Come scusa?” Mi fissa sorpreso e anche io resto sorpresa, non avevo mai detto no prima d’ora.
“Non voglio perdere le corde, non voglio sentirmi libera del tutto, non stanotte.” Le parole mi escono a fatica dalle labbra e lui mi guarda stranito.
“Non avevo intenzione di togliere tutto, solo quelle che ti bloccano mani e piedi. Questo posso farlo o pensi di dire no anche a questo?” Mi sorride beffardo.
“Ehm.. No, va bene.” Chiudo gli occhi imbarazzata e sento le corde liberarmi. Sento anche che quella che colpisce il clitoride attenua la pressione e respiro un po’ meglio.
Sento che si stende accanto a me e mi passa una mano tra i capelli. Ci copre entrambi e poi si gira verso di me. Mi dà un bacio sulle labbra e mi abbraccia, tenendomi fra le braccia finché non scivoliamo entrambi nel sonno.
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