Una lettura fuori dal comune
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domenica 12 dicembre 2021 di
Schiava Paola

Una lettura fuori dal comune

 

 

“Siediti.”

“Ma io...”

“Ho detto, SIEDITI. Non importa quello che pensi di voler fare, di dover fare o di cosa hai bisogno. Adesso stai seduta e ubbidisci, da brava.”

Non mi resta che chinare la testa e annuire, ubbidendo.

Non ho paura di lui, ho il terrore di non essere in grado di soddisfarlo, di raggiungere i suoi obiettivi, di essere una delusione per lui e per me.

Seduta, aspetto senza sapere cosa potrebbe succedere: la fiducia in lui è incrollabile per me. Lui è l’unica persona nella mia vita a non averla mai tradita.

Nel mentre che io sono presa dai pensieri, lui si è allontanato uscendo dalla mia visuale. Per una volta non mi sono nemmeno chiesta che stesse combinando o perché si è allontanato: mi sono solo abbandonata a lui.

“Va a cambiarti, ti ho lasciato i vestiti sul letto. Indossali, va in bagno e truccati come quando vai al lavoro, semplice e informale. Usa il cesso e poi torna qui, ti aspetto. Ora rispondi come conviene e poi vai.”

“Si Padrone, vado ad eseguire subito.” 

 

racconto erotico bdsm

 

Nonostante la mia risposta mi sto chiedendo che stia succedendo, oggi sto facendo più fatica del solito a spegnere la testa.

In camera da letto trovo, ordinatamente disposti sul letto, dei jeans, una camicia, un corsetto molto carino, slip e calzini. Comincio a levare quello che indosso per mettere ciò che ha scelto per me. Mi fa strano che sia stato lui a scegliere per me, ho sempre avuto il controllo in situazioni del genere ed è una sensazione strana che abbia preso lui il controllo in questo particolare frangente ma mi adatto, non ho alternative.

Indosso gli slip e i jeans, poi passo alla camicia. Ora è il momento del corsetto: nel cercare di chiuderlo, mi rendo conto che non sarà mai abbastanza stretto e che mettere le calze potrebbe essere un problema. Non importa, una cosa per volta: lo lascio allentato e mi chino a infilare le calze, poi faccio il possibile per allacciarlo come si deve. Cerco di stringere il più possibile ma non riesco a raggiungere nel modo che vorrei tutti i punti strategici. In qualunque caso, direi che mi fa due tette da urlo, nonostante la camicia sotto.

Finito questo, vado in bagno, mi trucco molto velocemente e semplicemente, poi faccio la pipì e mi reputo pronta: mi sono vestita, truccata e ho usato il bagno come richiesto. Ora lavo le mani, perchè l'igiene va oltre gli ordini, ed esco dal bagno.

Mi aspetta di là, così lo raggiungo un po’ titubante: chissà, mi resta il dubbio di aver sbagliato a indossare camicia e corsetto…

Appena mi vede, fa un sorriso di apprezzamento: forse non ho sbagliato posizione di camicia e corsetto…

“Brava, hai fatto un buon lavoro ma non hai stretto abbastanza il corsetto.”

Non che non me lo aspettassi ma speravo che facesse una piccola eccezione, se stringe ancora molto non riuscirò più a respirare…

Sento che slaccia il fiocco e comincia a tirare i lacci, sempre più, imprigionandomi in questa stupenda trappola di merletti. Indossare il corsetto è una sensazione a sè, non è comparabile con nulla: ti imprigiona, ti costringe ad assumere posizioni che non assumeresti solitamente ma ti fa sentire perfetta, rigida, bloccata. Eccitata.

“Direi che ora va molto meglio, che tu respiri o meno, così sei a posto. Ora metti le scarpe che ti mancano ancora la cintura e la giacca, stai per uscire.”

Lo guardo un po’ allibita, cercando di capire cosa volesse dire: io e basta? Vuole mandarmi in giro da sola senza di lui? Ma perchè? Non voglio allontanarmi da lui, non oggi, non così.

Con un gesto mi invita a indossare le scarpe che ha scelto. Nonostante il tacco alto, sono sempre molto comode. Una volta indossate, torno timorosa da lui che mi aspetta con la cintura in mano. Non so se aspettarmi che la usi sul mio culo o che me la faccia indossare, oggi è tutto strano, sia lui che la situazione.

“Alza le braccia per favore.”

Per favore? Ma che è successo al mio Padrone oggi? Ha bevuto?

“No che non ho bevuto Amore, non farei mai nulla del genere se fossi ubriaco o se mi fossi drogato, dovresti conoscermi bene ormai… Ho pensato di fare qualcosa di diverso oggi, quindi ora non ti azzardare più a parlare senza permesso ed esegui quello che ti chiedo. Chiaro? Rispondi.”

“Si Signore, tutto chiaro. Mi scusi. Non pensavo di averlo detto ad alta voce...”

“Nessuno te lo ha chiesto, fa silenzio se non vuoi essere punita.”

Sollevo le braccia e si piega per far passare la cintura nei passanti dei jeans. Poi prende qualcosa dalla tasca e armeggia con la fibbia. Tutto soddisfatto, comincia ad armeggiare anche con la chiusura delle scarpe e continua questo armeggiamento con il retro del corsetto.

Poi sento qualcosa di freddo sul collo e immagino cosa sia: mi ha fissato il collare. Da quello che sento direi che non è quello da sessione ma quello semplice e discreto per tutti i giorni. 

“Perfetto, ora sei pronta. Ti manca solo la giacca ma prima ti spiego che devi fare: ora vai a fare un giro a piedi, passa attraverso il parco e raggiungi il bar del cancello, prenditi un thè, quello alle erbe che ti piace magari, bevilo tutto e aspetta che arrivi. Una volta che ti siedi, non puoi più alzarti, puoi solo chiedere altro thè se lo desideri e tu lo desidererai, sono stato chiaro? Nella tua borsa ho messo un libro, così avrai qualcosa da leggere mentre aspetti. Ah, se è possibile scegli un tavolino all’angolo, okay?”

“Tutto chiaro Padrone: bar, tavolo d’angolo, the alle erbe, non alzarsi dal tavolo, un altro the e leggere il libro.”

“Bene, brava. Ora giacca e via. Fa attenzione con quelle scarpe nel parco, prendi il sentiero largo, così che non ci sia lo sterrato.”

Annuisco ed esco di casa, prese borsa e giacca.

Mi avvio al parco e mi rendo subito conto che sarà una bella sfida anche solo questo: non sono abituata a lunghi tragitti con queste scarpe da sola, o sono tragitti molto brevi o ho qualcuno a cui appoggiarmi nel caso io perda l’equilibrio. Sono scarpe molto comode ma non sono abituata alla situazione così strana, in più il corsetto comprime ma, allo stesso tempo, mi obbliga a stare perfettamente dritta, impedendo di controllare dove metto i piedi. 

Durante il tragitto sono così presa dal cercare di non rompere l’osso del collo che, nonostante vada molto piano, il chilometro e mezzo abbondante passa senza pensare troppo alla situazione assurda. Quando arrivo al bar, lo trovo parecchio affollato ma riesco a trovare un tavolino d’angolo, meglio così, no?

Mi accomodo e aspetto l’arrivo del cameriere, nel frattempo, per pura curiosità, guardo che libro ha scelto per me.

Racconti per una schiava

Lo fisso senza capire, non riesco a credere a quello che vedo: oltre tutto quello che sta succedendo oggi, mi ordina di leggere un libro sulla schiavitù, la sua crudeltà di oggi mi lascia senza parole e senza fiato. 

Ha una copertina molto semplice ma non riconosco l’autore. Lo sto per aprire e sfogliarlo, quando arriva il cameriere.

“Ciao, puoi portarmi un thè alle erbe, per favore?”

“Ma certo.” Dice e si allontana, dopo aver lasciato uno sguardo curioso al libro che ho lasciato poggiato sul tavolino. 

Decisamente imbarazzante…

Cerco di Ignorare questo piccolo particolare e apro il libro, alla ricerca di qualche indizio sull’autore. Mi rendo subito conto che c’è qualcosa di strano, non c’è casa editrice o altre indicazioni, sembra quasi una prima bozza stampata e rilegata. Continuo a sfogliarlo e trovo una dedica: Alla mia splendida Alessandra, donna della mia vita e indiscussa ispirazione per questo libro. Ps, sei la sola che potrà mai leggerlo, non farlo vedere a nessuno o saranno guai per te. Ti amo. 

A leggere queste parole divento bordeaux, così dolci e passionali ma estremamente cariche di ogni significato, mi fa apparire donna e schiava, libera e sottomessa. Meraviglioso. 

Lo ha scritto solo per me, lo mostra solo a me questo. Mi riempie di così tante emozioni che non riesco nemmeno a processarle tutte, siano esse positive o negative. 

Mi affretto a sfogliarlo per arrivare alla prima pagina e cominciare a leggere le sue parole. A momenti non mi rendo nemmeno conto che è arrivato il mio the dal tanto che sono affascinata dalla lettura. 

Continuo a sfogliare questo libro pagina dopo pagina, senza fermarmi mai, sorbendo il mio the a piccoli sorsi senza far veramente caso a quello che sto bevendo. Quando mi rendo conto che sono arrivata alla fine della mia tazza, alzo la mano per ordinare la seconda stanza. Questa lettura continua a portarmi in un altro posto, sto facendo fatica a rendermi conto di quello che sto vivendo in questo momento, soprattutto perché questa straordinaria e bellissima lettura erotica avendo delle conseguenze sul mio corpo e mi muovo sulla sedia, a disagio, cercando di alleviare il dolore tra le gambe. Non avevo mai letto un tale meraviglioso racconto erotico BDSM, soprattutto non così.

Non vedo l’ora che arrivi il mio Padrone per potergli espimere tutta la mia gratitudine per tutto quello che fa per me. Ormai mi sento totalmente sua, sempre e comunque, sia che lui sia con me, sia che sia lontano. Ormai anche il suo solo pensiero riesce ad accendermi come si conviene a una schiava.

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