Il segreto di Francesco (Parte 4)
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mercoledì 8 maggio 2024 di
Metalinda

Il segreto di Francesco (Parte 4) - L' Ovetto

[Leggi la Parte 3]


Dopo la cena al ristorante gourmet e i suoi interessanti sviluppi, seguirono giorni di calma relativa. 

Sia Francesco che Priscilla, soddisfatti del menage improvvisato con Gianni nei bagni del locale, avevano iniziato la nuova settimana di buon umore.

Se da un lato, infatti, lui si era goduto la scena della sua donna intenta a praticare sesso orale su un altro uomo, dall’altro lei aveva avuto modo di sperimentare il brivido di essere osservata dal suo partner, coinvolta da quell’altro ragazzo, così dannatamente provocante, in quel gioco un po’ perverso.

Una volta a casa, lei e Francesco si erano buttati insieme sotto la doccia: non avevano scopato, ma masturbandosi a vicenda avevano ugualmente raggiunto l’orgasmo.

Una gran bella serata, insomma. 

Ma la scopata sarebbe stata indubbiamente la ciliegina sulla torta.

Resto del weekend rilassato e pigro. 

Lunedì, martedì, mercoledì: lavoro su lavoro, riunioni infinite e straordinari. A letto la sera, crollavano entrambi non appena posata la testa sul cuscino.

Ma giovedì pomeriggio, dopo aver inviato l’ultima mail della giornata, Priscilla inizia a sentire profumo di fine settimana, oltre che una certa voglia di scopare.

Francesco stava per rincasare, lei aveva infilato la cena in forno e, mentre lo aspettava, dava uno sguardo alle cose da fare in città in quei giorni.

Da brava ex studentessa del liceo artistico, Priscilla adora l’arte, specialmente la pittura. 

E si dà il caso che, giusto il giorno dopo, nella galleria al centro avrebbero inaugurato una mostra imperdibile con tutti i suoi pittori preraffaeliti preferiti.

Due biglietti li prendo, sono sicura che anche Fra verrà con piacere!

Mentre effettua l’ordine, sente la porta d’ingresso aprirsi.

«Bentornato amore!»

Francesco le va a dare un bacio sulla guancia e le si siede accanto. 

«Mando una mail e poi sono tutto tuo!»

Tutto mio quanto?

Un po’ di sesso prima di cena le sarebbe piaciuto… Anche qualche preliminare per scaldarsi per poi concludere la serata sotto le coperte.

Francesco estrae il suo tablet, lo accende, si mette a fissare lo schermo. 

«Sai, domani inizia quella bella mostra di cui ti ho accennato… Che ne pensi, ti va se ci facciamo un salto sabato pomeriggio?»

L’uomo, tutto preso dalla sua mail, quasi non la sente. Emette un verso che sembra simile a un “si”, ma non si pronuncia esplicitamente. 

Che entusiasmo!

La Priscilla suscettibile e paranoica vorrebbe piantare una polemica, magari addirittura saltare a conclusioni affrettate su eventuali altri impegni del suo compagno.

Per fortuna, la sua parte razionale ha la meglio e la fa restare calma.

Meglio aspettare che mandi quella benedetta mail, senza rischiare di rovinarsi la cena, la serata, e il weekend.

Dopo una decina di minuti, Francesco riemerge dal suo mondo e mette via il tablet.

«Mi sembra un’ottima idea, tesoro! Ho proprio voglia di vedere un po’ di bellezza, andiamoci!»

Calma Priscilla non sclerare!

In che senso “vedere un po’ di bellezza”? Era un modo indiretto per dirle che lei non era bella? La vedeva tutti i giorni lei, dopotutto.

Lo sa di essere troppo suscettibile, si sforza di non darlo a vedere… Ma è davvero difficile, a volte, andare contro la propria natura, arginarla, contenerla.

E Francesco gliene aveva dato prova da poco, fra l’altro.

Perciò, ok, nessuno scoppio d’ira infantile, niente drammi, ma il muso imbronciato quello proprio non può trattenerlo.

Trascorrono un paio di minuti di completo mutismo: Priscilla che se ne resta seduta sul divano, e Francesco che inizia a trafficare con le stoviglie per apparecchiare.

«Ceniamo amore? Ho davvero fame! E sono stanco, non vedo l’ora di svenire a letto!»

Ma vaffanculo non si scopa nemmeno stasera!

«Prì mi hai sentito? Vieni a tavola?»

«Cazzo ma sono la tua compagna o la tua coinquilina?»

Il silenzio perplesso di Francesco la fa solo innervosire ancora di più.

«Entri, a stento mi guardi, ti metti a lavorare, dopodiché pensi a riempirti lo stomaco e a dormire… E io? Non pensi che mi piacerebbe scambiare due chiacchiere, un’opinione, scopare magari?!»

Francesco posa i bicchieri sul tavolo e torna a sedersi accanto a lei.

«Non volevo farti sentire ignorata, perdonami!»

Ma il muso di Priscilla non scompare, anzi: per la rabbia le stanno lacrimando gli occhi.

Ma a 40 anni posso piangere dal nervoso?

Evidentemente si.

«No, dai! Non fare così… Aspetta, ho una cosa per te.»

Le basterebbe del sano sesso, non le piace quando tentano di rabbonirla con regali e cose materiali.

«Volevo dartelo sabato mattina per il tuo onomastico, ma visto che qui serve un sorriso, tanto vale dartelo subito.»

E le porge uno scatolo quadrato, tutto infiocchettato.

Lei spacchetta, sempre con il broncio stampato in faccia, getta la carta della confezione sul tappeto e studia con attenzione la scatola. 

Il broncio sparisce e lascia il posto a un bel sorriso.

«Un ovetto wireless? Ma che carino!»

Francesco sorride e poi le infila la lingua in bocca. Il sapore della sua saliva la fa eccitare, sentirla che si mischia alla sua le fa venire voglia di baciarlo con ancora più passione. Montargli addosso, sfilargli la maglietta, toccarlo ovunque.

«Lo trovo un giocattolo molto adatto alla mia bambina…»

Con una mano le sbottona i jeans, e lascia che due o tre dita scorrano contro il cotone del suo slip.

«Hai scelto un bel regalo, bravo! Usiamolo subito!»

 

Trova l'ovetto vibrante per te

Le sono sempre piaciuti i sex toys. Da qualche parte nell’armadio, dovevano esserci ancora un paio di dildo e un vecchio vibratore: era un po’ che non ci giocavano lei e Francesco, in effetti…

«Mi è venuta un’altra idea…»

Francesco si mette in ginocchio davanti a lei. Con le mani le cinge i fianchi, le tira giù i pantaloni e va ad infilarsi con la faccia in mezzo alle sue cosce.

Fra i mugolii di piacere, Priscilla riesce a chiedere più informazioni su quella idea.

«Per metterla in pratica, la mostra a cui vuoi andare sarebbe perfetta…»

Quando le toglie anche le mutandine, la sua fica è già bella che fradicia: fantasticare sull’ utilizzo del suo nuovo giocattolo la faceva eccitare da morire.

Anche se la lingua di Francesco lungo le sue grandi labbra, di per sé, sarebbe bastata a farla diventare un lago.

«Immagina la scena: tu che indossi una delle tue gonne un po’ attillate, con questo infilato dentro la fica…Ti ci vedo che giri ammirando i quadri mentre io, da lontano, faccio vibrare l’ovetto dentro di te.»

Oltre alla lingua, adesso Francesco ha iniziato ad usare anche un dito per penetrarla.

«Mmm, mi piacerebbe un sacco!»

 «E pensa se qualcuno ti notasse, mentre sculetti come una troia da una sala all’altra. Magari un vecchio professionista un po’ attempato, o uno studentello dell’accademia senza nemmeno la barba ma con un cazzo enorme e voglioso. Immaginali, che vorrebbero scoparti lì, davanti ai quadri.»

Ora le dita dentro di lei sono diventate due.

Ormai è palese: per eccitarsi e creare situazioni hot, anche solo con l’immaginazione, il suo compagno faceva ricorso alla presenza di un altro uomo.

Qualcuno che la desiderasse, le corteggiasse, la prendesse, in sua presenza.

E sia, eccitiamoci così…

Quando comincia a dimenarsi, Francesco infila anche il terzo e il quarto dito. È talmente bagnata che la mano entra quasi per intero. Priscilla sente che sta per venire, le manca davvero poco: essere desiderata da altri uomini stuzzica anche il suo, di appetito.

«Facciamo così: tu te lo metti, ti vesti un po’ da puttana e andiamo alla mostra. Ti lascio girare da sola e, non appena noto qualcuno che ti guarda interessato o ti si avvicina, attivo la vibrazione dell’ovetto… Se mi piace, ovvio, se vale la pena guardarlo infilare il cazzo dentro la mia troia.»

Priscilla inarca la schiena e gli viene sulla mano e anche in faccia. 

«Allora speriamo che sabato arrivi presto, non vedo l’ora di fare la puttana per te con qualche vecchio sporcaccione.»

Francesco le fa leccare la mano, bagnata dei suoi stessi umori.

«Sarai bravissima amore, ho già il cazzo duro al solo pensiero. Magari dopo cena, te lo faccio assaggiare un po’.»

Ora si che era venuta fame anche a lei.

 

[Presto la Parte 5]

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